Siamo noi, la generazione z. Quella brava solo coi computer e i cellulari, che sa gestire la tecnologia che è una fa- vo- la! Quella che balla davanti ai cellulari e che non stampa più le foto. Quella che basta un attimo di distrazione e imbocca la cattiva strada. Ebbene sì miei cari, la generazione dei disgraziati che a 14 anni deve già avere chiaro cosa farà nella vita e in un'ottica futura, consigliano di andare al liceo (anche se l'artistico ti piaceva) , perché sennò all'Uni non ci vai e allora confermi proprio di essere un disgraziato.
La generazione peggiore di tutte, quella che non capirà mai tante cose e soprattutto quella che forse in pochi avranno voglia di capire.
Se studi storia, lettere o filosofia sei un bravo ragazzo ma ti guardano un po' di traverso perché ecco, "nella vita poi che lavoro farai?". Se studi economia, ingegneria o marketing allora sì che c'hai speranza e vieni ben visto. Il bravo ragazzo che studia, si impegna e diventerà un grande imprenditore! Bra-vo!
Se c'hai 20 anni e un ragazzo sei esagerata, perché finché puoi ti devi divertire: come se due che stanno insieme non si potessero divertire mai. Poi però se di anni ce ne hai 22 e ancora esci solo con gli amici vieni mal vista perché ecco, sarebbe l'ora di trovarsi qualcuno con cui stare, quasi come se c'avessi bisogno di compagnia, che poi, io dico: per quella non c'è già il cane?
Se c'hai 20 anni e ascolti la trap sei un ragazzaccio; se ascolti Gazzelle sei depresso e comunque, a prescindere, le canzoni di oggi fanno tutte schifo. Se poi però c'hai 20 anni e ascolti Mia Martini…. Non c'è versi, non la puoi capire.
E allora?
E allora bo. Più che la generazione z, siamo la generazione zoo. Intrappolati nelle gabbie come i leoni, disorientati, affamati ma ormai anche un po' rassegnati.
Ci proviamo tutti i giorni ad essere all'altezza di questo mondo 5.0, dove siamo tanto bravi con la tecnologia, ma poi c'è scappato il Covid e a dimostrarci che col telefono, tranne che restare in contatto, si poteva rimediare a poco e nulla, ci ha messo 5 minuti. Poi aspetta, nemmeno il tempo di metabolizzare e salutare la pandemia che è scoppiata la guerra, ma la guerra quella vera, quella con le armi, dove troppa gente innocente perde la vita per lottare contro qualcosa che manco ha voluto. E quindi eccoci qua, spettatori terrorizzati pure di quest'ultima atroce e ingiusta novità. E pensate che non ci tocchi? In tanti, l'altra sera, quando il tg1 si è aperto col montaggio delle scene più atroci della guerra in Ucraina, all'inizio abbiamo continuato a cenare, ma poi ci siamo fermati, perché gli gnocchetti si confondevano con le lacrime; ma soprattutto, gli occhi più tristi di noi ce li avevano i nostri, che erano lì con noi seduti a cena e che forse una reazione del genere da parte nostra non se la sarebbero aspettata mai.
Evidentemente anche noi non ne possiamo più, divisi tra l'essere razionali come l'armadillo e lo stare tra le nuvole come Secco.
In fondo in fondo secondo me, la verità, miei cari amici adulti, è che essere giovani oggi peserebbe un po' anche a voi. Perché io vi voglio credere, quando ci guardate negli occhi e ci dite che noi siamo il futuro, che menomale che ci siamo noi, che anche se è dura, dobbiamo imparare a lottare. E allora vi perdoniamo per tutti i pregiudizi esagerati, perché ecco, se c'è una cosa che abbiamo capito è che niente, mai, va dato per scontato e che ogni giorno può essere un'opportunità.
E certo che sbagliamo, certo che facciamo errori, ma provate a capirci: per una serie di concause, siamo arrivati al punto che alla domanda "Come stai?", la più sincera e immediata risposta sarebbe "Almeno siamo vivi"...
Però ecco, ci riguardiamo a dirvelo perché ci rimarreste davvero troppo male e allora ci rimbocchiamo le maniche e a lottare ci proviamo per davvero.
Direttamente dallo zoo, marzo 2022.
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