Nell’incredibile varietà linguistica presente in Italia, ogni dialetto del nostro paese ha i suoi detti, i suoi modi di dire, che, unici nel loro genere, riescono ad aggiungere molteplici significati arricchendo il nostro patrimonio linguistico. Ma in particolare a Firenze il linguaggio è una cosa seria: nella patria di Dante Alighieri, che ha dato vita all’italiano così come lo conosciamo oggi, esistono numerosissimi proverbi che rappresentano le nostre radici, la nostra storia e il nostro modo di essere.
Uno di questi è il celeberrimo “senza lilleri ‘un si lallera”, nel quale si rispecchiano in maniera evidente l’ironia e il cinismo tipicamente fiorentini. Il detto significa che senza denaro non si va lontano, non ci si può divertire.
Infatti i lilleri sono i soldi, e la parola proviene da tallero, una moneta d’argento utilizzata per molto tempo nel Granducato di Toscana; mentre la lallera era un modo popolare per indicare una certa parte del corpo femminile, celebrata anche nell’omonima canzone del sommo cantautore fiorentino Riccardo Marasco. Da qui il verbo “lallerare” che significa divertirsi, spassarsela.
Un significato simile ce l’ha anche il detto “chi ‘un ha quattrini ‘un abbia voglie”, mentre col tempo il nostro modo di dire ha preso un ulteriore significato, legato al rapido scorrere del tempo nel fare o non fare qualcosa nell’espressione “tra lilleri e lallera si son fatte le otto”.
La forza di questo detto, che è riuscito ad arrivare fino ai giorni nostri, sta principalmente nel significato, che è una triste verità sempre più attuale nella società contemporanea, dove tutto si basa sui soldi: senza denaro non si può fare niente. Come ben sappiamo, i fiorentini scherzano sulle cose serie e prendono sul serio le battute, e questo detto ci rappresenta appieno. Partendo da una realtà spiacevole riesce a farci fare una risata, forse un po’ amara, come solo le risate fiorentine possono essere.
Pietro Mini
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