Il proverbio, o detto popolare, è l’espressione della voce del popolo, capace di rendere l’idea molto più del normale italiano corrente. Esso nasce da una particolare condizione di luogo e di tempo e ne esiste uno per ogni situazione.
In questo caso ci soffermeremo su uno dei detti del dialetto fiorentino, il quale, con tutte le sue espressioni tipiche, permette subito di realizzare quanto sia ampia la vitalità del dialetto stesso.
Il proverbio preso in considerazione sarà: “l’è come levassi la sete co’ i’ prosciutto”.
Le poche parole utilizzate nel detto spiegano in un modo breve e conciso, e piuttosto semplice per essere in dialetto, il concetto di compiere un’azione che aumenti un danno già inizialmente patito. Come di chi, riarso dalla sete, pretendesse di placare l’arsura mangiando (ovviamente) del saporitissimo prosciutto.
“L’è come levassi la sete co’ i’ prosciutto” è uno dei tanti modi di dire particolarmente coloriti e di effetto per descrivere altrettanti stati d’animo. Questo, in particolare, indica quindi la cocciutaggine, il voler fare qualcosa che torna a proprio danno, come a voler soffrire senza motivo.
Nonostante si presenti così semplice nella sua enunciazione, questo è uno dei tanti proverbi soggetto alla caduta in disuso negli ultimi anni, tant’è che trovare informazioni a riguardo, o addirittura sentire con le proprie orecchie qualcuno “enunciarlo”, è davvero difficile. Un vero peccato vista la perfetta descrizione dello stato d’animo/ azione a cui si è soggetti (forse) più spesso di quanto si creda… e per il quale, molto probabilmente, non riusciamo a trovare le parole adatte. Quindi, perché non utilizzare il sempre più incisivo dialetto?
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