L’amore è sempre stato un tabù. In un modo o nell’altro, esso ha infatti costantemente influenzato qualunque minimo aspetto della vita di ognuno di noi, dal più piccolo al più grande.
Ma cosa succede quando tutto ciò va ad influenzare una delle strutture più importanti del suolo fiorentino?
Stiamo parlando di un atto legato, secondo la narrazione popolare, ad un particolare triangolo amoroso, il quale avrebbe portato alla costruzione di una statua con sembianze bovine sul lato destro della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, in cima ad una colonna portante rivolta in direzione di via Ricasoli.
Per svelare cosa si nasconde dietro a questa peculiare scultura, è necessario fare un salto nel passato e tornare con la mente agli anni in cui la Cattedrale era ancora in fase di costruzione. Si dice infatti che uno dei carpentieri addetti ai lavori avesse una relazione clandestina con la moglie di quello che fu definito prima un sarto, poi un fornaio ed infine, come a voler mettere d’accordo tutti, un bottegaio. Qualunque fosse la sua mansione, egli in un modo ancora sconosciuto ai più, riuscì a scoprire i due amanti e li denunciò al tribunale ecclesiastico. Poco si sa delle conseguenze della denuncia, ma la vendetta del capomastro appare ancora oggi ben visibile agli occhi di chiunque si trovi nei dintorni della maestosa struttura: l’uomo decise infatti di istallare la testa di un toro sulla fiancata del duomo, con lo sguardo rivolto verso il negozio del marito tradito. Giusto per simboleggiare, in maniera poco evidente oserei dire, il suo “essere cornuto”.
Nonostante questa storia esista ormai da secoli, non si è però ancora certi della sua totale veridicità. La scultura, infatti, viene spesso vista (ipotesi storicamente ritenuta più corretta) come una sorta di omaggio agli animali coinvolti nella costruzione dell’edificio sacro, fondamentali vista la mancanza delle moderne apparecchiature meccaniche. Simboli di questo tipo esisterebbero anche in altri luoghi del capoluogo toscano: esempi sono la lapide dedicata ad un cavallo sul lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici e l’asina di Palazzo Pitti, un bassorilievo situato nel loggiato interno.
Oltre a questa, numerose sono le storie popolari create a partire dall’amore o da sentimenti di vendetta o gelosia. Storie forse nascoste dall’immensità del patrimonio artistico e culturale fiorentino, ma non per questo meno importanti. Basti vedere come un “semplice” sentimento come l’amore, sia riuscito (forse) a portare alla costruzione di una statua dotata di corna sulla parete di uno degli edifici sacri più importanti e maestosi al mondo.
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