La tanto sbandierata ripartenza si sta rivelando una farsa: l’Università di Firenze non si è fatta trovare pronta nemmeno dopo l’apposito decreto ministeriale. Tanti corsi di laurea continueranno a mantenere esclusivamente la didattica a distanza. Alcuni non provano neanche a riaprire, altri invece ci hanno provato, forse. Hanno infatti deciso di rinunciare a tornare in aula dopo aver verificato (in modi non del tutto chiari) che meno del 20% degli studenti era disposto a prenotarsi alle lezioni in presenza.
Problemi organizzativi – Alcuni corsi di laurea hanno deciso appositamente di non rientrare in presenza in alcun modo per problemi organizzativi e di disposizione delle aule. Ci chiediamo com’è possibile che in più di un anno di emergenza pandemica l’Università non sia riuscita a pensare a un piano di rientro in sicurezza.
Disuguaglianze – Il mantenimento della didattica a distanza non fa altro che aumentare le disuguaglianze tra studenti. Non tutti infatti possono permettersi una buona connessione, e non tutti hanno un luogo adeguato in cui seguire le lezioni in tranquillità, e gli spazi assicurati dall’Università sono gravemente insufficienti. Inoltre, il fatto che adesso alcuni corsi di laurea riapriranno e altri no, creerà una disuguaglianza anche tra corsi di laurea, con alcuni di “Serie A” che offrono il rientro in presenza, e altri di “Serie B” abbandonati completamente a loro stessi.
Tasse – Nonostante il servizio offerto dall’Università sia notevolmente cambiato, le tasse sono rimaste le stesse. È giusto pagare allo stesso prezzo di un tempo un prodotto che non offre più gli stessi servizi?
Stimoli - Molti studenti hanno abbandonato i corsi, in generale l’interesse verso gli studi è calato dall’arrivo della pandemia. La risposta più chiara è data proprio dal fatto che in diverse facoltà meno del 20% degli iscritti è disposto a tornare in presenza. Perché allora negare anche a questi la possibilità di frequentare? Non c’è il rischio che questa percentuale (insieme agli stimoli che l’università può offrire ai ragazzi) si abbassi ulteriormente?
Vaccini e possibilità di rientro - Molti professori sono già vaccinati, eppure restano a fare lezione dalle proprie case. A Settembre speriamo che la situazione sia migliorata, ma è da illusi pensare che tutto sarà come prima. Si dovrà comunque mantenere la modalità mista e i problemi legati al Covid non spariranno di colpo. Dunque, se i nostri corsi di laurea non rientrano in presenza adesso, cosa ci fa pensare che la didattica a distanza non verrà mantenuta interamente anche il prossimo anno accademico?
Il rettore Luigi Dei ha sempre sostenuto che la didattica a distanza non potrà mai sostituire gli scambi interpersonali che la frequentazione in presenza offre. Non riaprire le lezioni nelle facoltà dove ci sono pochi ragazzi prenotati è una decisione che sembra scoraggiare tutti a tornare in aula.
Grazie alle ultime direttive del governo possiamo tornare a giocare a calcetto, andare al cinema, pranzare al ristorante e rivivere una parvenza di normalità. Davvero l’Università non è in grado di garantire la presenza neanche ad un numero ridotto di studenti?
Il diritto all’istruzione è un bene primario, e non possiamo accettare che ci venga tolto così.
LA REDAZIONE DI UNIFICHIAMOCI
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