top of page
nestiemanuele

LA CASTELMOLA FALLICA

“Furono qua ospiti le prime comunità gay al sole mediterraneo, negli ultimi decenni dell’Ottocento, nonché intellettuali veri e presunti, incupiti nei salotti di Londra, Parigi, Berlino che nella piccola oasi di Sicilia si abbandonarono ad ogni genere di stravaganze, sfrenatezze e libertà”.



Situata sulla punta di una delle numerose colline della zona di Taormina, Castelmola è un grazioso borgo medievale classificato come uno dei più belli d’Italia.

Oltre la bellezza però, Castelmola incuriosisce anche per un’altra caratteristica: il paese è infatti decorato con delle protuberanze meglio conosciute come…peni.


Con lo sviluppo post-bellum degli anni ‘50 infatti Salvatore Turrisi iniziò a notare che la zona era di attrazione turistica per numerose coppie omosessuali (tradizione che affonda le radici nell’Ottocento al punto che persino Oscar Wilde fu ospite). Turrisi, contrario a questo tipo di turismo, decise quindi di aprire un bar (appunto Bar Turrisi) dove si sarebbe celebrata la virilità e la potenza fallica dell’uomo, in contrasto con la presunta idea di debolezza dell’omosessuale.


Con il passare degli anni e grazie alle capacità imprenditoriali del figlio Giuseppe Turrisi il membro maschile iniziò a diventare il fiore all’occhiello del borgo, insieme al suo delizioso vino alla mandorla, bontà tutta siciliana.


La simbologia del fallo, nonostante lo scopo inizialmente omofobo che ha avuto a Castelmola, affonda le sue radici ancor più in profondità nell’antichità greco-romana, dove la virilità maschile insieme alla fecondità femminile erano delle vere e proprie divinità, simbolo di vita, potenza e rinascita. Priapo, famoso dio degli orti dotato di un notevole pene, celebrava la mascolinità, che dona vita e gioia alla natura.


Se siete in Sicilia e passate nella zona di Taormina, vi consigliamo una giornata in questo curioso borgo, unico al mondo, che vi farà entrare in un universo dove non esistono tabù.


Emanuele Nesti

Comments


bottom of page