Il sesso, l’amore, le fantasie che sfociano in perversioni. La gelosia, i tradimenti proibiti, le relazioni aperte e a distanza. Noi ragazzi viviamo, tatuati sulla pelle, questo calderone di argomenti (a dir poco spinosi) senza neanche parlarne. Ebbene sembrava essenziale per noi di Unfichiamoci provare a far emergere il vostro (nostro) pensiero tramite un altro capitolo de La Voce Degli Studenti :
Ecco una bella analisi dei dati emersi da questo form in forma del tutto anonima.
LA SESSUALITÀ
Il sesso non è tutto, ma senza il sesso tutto è niente.
(Roberto Gervaso)
Il sesso: il tabù per eccellenza, il topic per il quale i genitori non vorrebbero (per un momento) aver fatto figli, l’argomento da non toccare alle cene di famiglia. Ma anche quel qualcosa che una volta scoperto ti svolta la vita, perché, come dice Coelho, il sesso è l’arte di controllare la mancanza di controllo.
Ci piace perdere il controllo o non ci piace?
Come ci sentiamo quando raggiungiamo l’apice del piacere? E quante volte abbiamo finto un orgasmo? Dal sondaggio che abbiamo fatto si evince che il 50 % dei giovani ha finto, almeno una volta, un orgasmo e che per un buon 25 % raggiungere l’apice del piacere è fondamentale (per il restante 75 % è importante ma non fondamentale). Nessuno degli intervistati lo considera ‘non molto importante’ e questa è una risposta che dobbiamo appendere ai muri come un manifesto. Ci fa capire infatti che il punto G è agognato dalla maggioranza se non dalla totalità dei giovani. Eppure la metà del campione che abbiamo analizzato dice di aver finto di aver raggiunto, in un qualsiasi rapporto sessuale, l’acme dell’eccitamento. Questo dato forse stupisce meno, se consideriamo il cosiddetto orgasm gap (il divario che vi è tra uomini e donne nel raggiungere l’orgasmo - ogni 100 uomini soddisfatti 25 partner sono scontente - ). E per le coppie omosessuali? Una ricerca dell’Università dell’Arkansas svela che le donne raggiungono più del 32% del piacere con partner femminili. I ricercatori della Chapman University e del Kinsey Institute hanno analizzato invece un campione di 52.588 adulti composto di uomini e donne eterosessuali, omosessuali e bisessuali e hanno chiesto loro quanto spesso avessero avuto un orgasmo nell’ultimo mese. I risultati? In cima troviamo gli uomini etero con un 95 percento, mentre il fanalino di coda è composto da donne bisessuali (66 %) e donne etero (65 %). Per saperne di più:
A prescindere da questo, che potrebbe essere un futuro che solo noi giovani, se impariamo ad essere più consapevoli del nostro corpo e di quello che il nostro corpo ci chiede, potremmo cambiare, in modo che tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale, possano godere appieno di un rapporto sessuale, come vivono i giovani la loro sessualità?
Più della metà degli intervistati dice che “dipende dai periodi” e, a questo proposito, troviamo sussurri sinceri come : “Spesso il vivere la mia sessualità va di pari passo con il mio umore e l’apprezzamento oscillante che ho nei confronti del mio corpo” o “Certe volte non vivo bene la mia sessualità, perché ho paura di non essere all’altezza del mio ipotetico partner”. Emergono dunque almeno tre fattori che influiscono sul vivere la nostra sessualità: l’umore, la percezione del proprio corpo e le aspettative che sentiamo di dover soddisfare nei confronti del/la partner.
Niente di nuovo, no? I giovani, l’umore, la percezione spesso distorta e oscillante del proprio corpo, il senso di inadeguatezza e il bisogno di soddisfare le aspettative altrui. Perché noi siamo la generazione ‘di esauriti e depressi’, siamo la generazione dei social, dei disturbi alimentari, dell’ansia, della depressione, del ‘non sono mai abbastanza’ ed è perfettamente normale, purtroppo, che questo si riversi anche nel nostro modo di vivere la sessualità.
Il 5 percento degli intervistati ha risposto addirittura di vivere male la propria sessualità e si rintracciano risposte come “E’ un casino per le persone lgbt+”, a cui corrispondono frasi del tipo “Personalmente bene, ma forse è perché sono etero... Vorrei che tutti potessero viverla bene”.
Il tema della sessualità è spesso delicato quanto doloroso. Attraverso queste pseudo-confessioni anonime, si percepisce il disagio che comporta vivere in un Paese dove non è prevista nemmeno una legge che tuteli i diritti delle persone lgbtq+ . Come troviamo nella Legislatura 17a - Disegno di legge n. 404 la ‘condizione di pari dignità e di tutela dalle discriminazioni oggi non è tutelata in Italia nel caso dei cittadini e delle cittadine lesbiche, gay, bisessuali e transessuali né dal punto di vista sociale, restando vive e diffuse pratiche di discriminazione e atti di omofobia e transfobia, sia sul piano normativo dove ad oggi manca un’adeguata legislazione antidiscriminatoria.’ Tutti sappiamo com’è andata a finire con la legge Zan. E noi di Unifichiamoci ci domandiamo: per quanto ancora le persone lgbtq+ dovranno subire insulti, minacce, intimidazioni - e chi più ne ha più ne metta - per essere semplicemente come sono (ovvero persone prima di tutto)? Per quanto ancora dovranno essere considerate come sbagliate, come addirittura ‘malate’ (si ricorda che solo il 17 maggio 1990, ovvero 25 anni fa l'Oms cancellò l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali); per quanto ancora dovranno essere discriminate? Ma vi è uno spiraglio di speranza nella risposta che ci dà quel nostro intervistato: noi giovani vogliamo un’uguaglianza, noi giovani vogliamo che qualcosa cambi. Perché la perversione esiste, ma sicuramente secondo noi non risiede nell’orientamento sessuale di un individuo.
E a proposito di perversione, anche questo tema è stato toccato nel nostro sondaggio. ‘Qual è la differenza tra fantasia e perversione?’.
Il sesso è sporco solo se è fatto bene.
(Woody Allen)
Le risposte sono state molte e divergenti sotto diversi aspetti. Vediamone alcune: ‘Sono la stessa cosa, ma la fantasia diventa perversione quando quel particolare desiderio diventa macabro o inquietante, o qualcosa di disturbante nel "pensiero comune"’. Però è tutto soggettivo’, ‘La fantasia è qualcosa che ci crea eccitamento, un pensiero che ci procura piacere. La perversione sono dei pensieri che oltrepassano la linea del “consentito” a livello sociale.’. E ancora: ‘Ci sono dei limiti da non oltrepassare. Ma ciò non significa che ogni perversione sia nociva’, ‘Cosa va contro la moralità e il rispetto altrui’. Dal latino perversio -onis (secondo altri da perversum cioè "stravolto") stando alla Treccani, la perversione è deviazione, allontanamento dalle norme morali e sociali riconosciute e condivise e, per estensione, qualsiasi modificazione in senso ritenuto deteriore, patologico, di un processo psichico, di un sentimento o comportamento, di una tendenza istintiva. E a questo punto è interessante confrontare risposte come questa : ‘La fantasia è un qualcosa che esiste soltanto all’interno della nostra mente, mentre la perversione è un qualcosa di più forte, un istinto che non puoi controllare’. Noi giovani sentiamo le cose in un modo puro, reale, ben più di quanto siamo coscienti.Qua ho cambiato senso della frase perché non mi tornava molto, se vuoi cambia
‘’La fantasia è quel “qualcosa in più” che può dare colore al rapporto, che stimola entrambi, ma se ne può fare a meno. Al contrario, la perversione è quando si va al di fuori da quella che è la realtà delle emozioni del nostro corpo.’’
E’ forse la perversione quindi qualcosa che, non solo ha a che fare con la moralità e il sociale, ma con le emozioni e le percezioni e quindi con l’interiorità?Un intervistat* così invece risponde: ‘Non credo ci sia una differenza nel momento in cui l'altra persona è pienamente consapevole di ciò che sta succedendo’. Si tratta quindi forse anche di consapevolezza. Esempio: il/la mio/a partner è masochista e questa perversione soddisfa la mia, dunque mi piace essere sadico ed il/la mio/a partner accetta di essere sottomessa/a. Ma questo è un esempio abbastanza banale, diremmo. Se entrasse in campo un capolavoro della letteratura quale Lolita di Nabokov o un capolavoro del cinema quale American Beauty quanto riusciremmo a capire se le due rispettive ragazzine, Dolores e Angela, sono consapevoli di ciò che sta loro succedendo?
Anche Bruce Springsteen in ‘I’m on fire’ ha voluto dar voce a carnefici di ’little girls’ come Dolores e Angela:
Una volta affrontata la differenza tra fantasia e perversione, ci siamo sentiti di chiedere ai nostri poveri intervistati se si fossero mai sentiti obbligati in qualche modo a soddisfare fantasie/perversioni di un* loro partner. Ebbene, un buon 35 % afferma di sì. Alla domanda ‘Hai mai subito giudizi/intimidazioni all’interno o fuori dalla relazioni riguardo alle tue fantasie erotiche?’ di un 30 % affermativo abbiamo un 15 % di ‘più volte’. Questo sta a significare che i giovani anzitutto hanno rapporti con diversi partner e, in secondo luogo, che, naturalmente, una percentuale non esattamente bassa di questi si è sentito giudicato per le sue fantasie erotiche.
Allora colleghiamoci ad un’altra domanda da noi proposta e lo facciamo introducendo una delle risposte che più ha catturato la nostra attenzione: ‘Ho pensato qualche volta di diventare una creatrice di contenuti ma, la motivazione principale che mi allontana da questa scelta riguarda solo la mia scarsa fantasia nel poter eccitare delle persone a me sconosciute’. Stiamo ovviamente parlando dell’ormai notorio Onlyfans, quella piattaforma digitale che permette di condividere contenuti anche - se non soprattutto - intimi con la possibilità di ricavarne un guadagno. Questa intervistatrice afferma di aver preso in considerazione l’idea di diventare creatrice di contenuti, ma di non riuscire in qualche modo a farlo perché sicura di non poter far eccitare sconosciuti.
Siamo sempre la generazione Z d’altronde, la generazione di cui si è parlato prima, la generazione cui forse parola chiave può diventare ‘insicurezza’.
La domanda, piuttosto diretta e provocatoria (Hai mai pensato di diventare creatore/creatrice di contenuti?) ha sollevato il polverone che ci aspettavamo. ‘Ovviamente no’- una delle risposte - ‘ non condivido quest’oggettivizzazione del corpo perché a differenza dell’industria pornografica è molto più accessibile alle persone di giovane età che non comprendono fino in fondo a cosa si stanno svendendo’.
Ma l’enfasi attribuita alla poca consapevolezza dei/delle creatori/creatrici di contenuti viene riproposta in diverse salse: ‘Non credo ci sia niente di sbagliato, finché fatto da adulti consapevoli e consenzienti’. In fin dei conti, come ci dice un intervistat*, si tratta anche di voler avere pieno potere di scegliere e conoscere le persone a cui mostrare il proprio corpo. Il tema della mercificazione di quest’ultimo viene ripreso: ‘Il problema non è Of, né chi pubblica contenuti sentendosi liber* di esprimersi senza censure, ma chi usufruisce del servizio trattando, talvolta, la persona che si espone come oggetto’.
C’è chi poi ha un’opinione chiara e ferma a riguardo:‘A mio parere è qualcosa di ridicolo, oltre che diseducativo. La mercificazione di foto provocanti per non dire altro, non la sostengo proprio per nulla. Non è questione di "è una mia scelta", è una questione di dignità, sacrificio e buon senso. I soldi per me è bene guadagnarli in altro modo. La psicologia che c'è dietro ad only fans mi fa paura... Mi fa percepire ancora di più il decadimento di un sistema valoriale (fatto di pudore, riservatezza, sentimento) a cui tengo molto. A me non piace il bigottismo, ma nemmeno la volgarità e la superficialità gratuita.’
Volgarità e superficialità gratuita quindi, più che scelta, e un azzeramento di determinati valori che una volta, come ben sappiamo, erano alla base della nostra società. Raro, oseremmo dire, che vi sia ancora qualcuno, tra i tanti della nostra generazione da troppi definita ‘svuotata di ogni valore’, che ancora vorrebbe un senso di dignità e ‘riservatezza’ nel privato e nel sociale. Fa eco a questa voce un’altra risposta:
‘(Onlyfans) Toglie quell’alone di intimità che, secondo me, è fondamentale e affascinante nella sessualità’.
Ma vi sono anche altri punti da toccare e che i/le nostri/e intervistati/e non hanno lasciato scoperti: ‘Il rischio (è) che i contenuti finiscano nelle mani delle persone sbagliate e possano essere usati anche per ricatti, intimidazioni ecc...’,‘Credo che sia una cosa che può veramente mettere a rischio la sicurezza di una persona’.
C’è dunque anche una piena consapevolezza di quali potrebbero essere i rischi - e quindi gli svantaggi - di promuoversi come creatori/creatrici di contenuti hard.Ma vi sono anche le voci fuori dal coro, che hanno una visione più ‘aperta’ se vogliamo riguardo l’argomento: ‘Penso che (OF) sia una piattaforma interessante e utile per chi condivide materiale intimo e non’ oppure ‘Ho pensato di creare un profilo perché mi sembrava un modo semplice e veloce di fare soldi (sempre mantenendo lo stato di anonimato), ma non l'ho mai fatto per via di un dubbio senso di integrità’.
Ci sono altre 10 domande a cui avete dato risposte altrettanto interessanti, e che preferiamo trattare prossimamente per non stressare ulteriormente voi lettori amanti della notte che siete arrivati in fondo. Mi raccomando, restate connessi e in attesa del prossimo capitolo, nel frattempo “Amate e fate quello che volete” (Sant’Agostino).
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Articolo scritto in collaborazione con Tommaso Massai
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