L’ultima a denunciare di essere stata vittima di Cat Calling è Aurora Ramazzotti, che dopo aver subito commenti sessisti mentre faceva jogging ha deciso di sfogare la sua rabbia su Instagram scatenando un dibattito che ha dato origine a non poche polemiche.
Ma che cos’è esattamente il Cat Calling?
Dalla fusione dei termini “cat” (gatto) e “calling” (chiamare), il Cat Calling non è altro che la molestia verbale rivolta prevalentemente a donne incontrate per strada. Esso comprende commenti indesiderati, gesti, strombazzi, fischi e avance sessuali in aree pubbliche come strade, centri commerciali, mezzi di trasporto e parchi. Il fenomeno è in crescita e condiziona molte donne che non si sentono più libere di camminare per strada indossando ciò che vogliono o semplicemente essendo se stesse. Le molestie di strada non sempre includono azioni o commenti con connotazione sessuale; a volte prevedono anche insulti omofobici, transfobici o riferiti ad altre caratteristiche quali etnia, religione, classe sociale e disabilità.
Di fronte a chi banalizza questo fenomeno sostenendo che sia una delle ultime trovate delle donne è interessante sottolineare che, secondo l'Accademia della Crusca, la quale ha ricostruito l’origine del termine, la parola Cat Calling è attestata col significato attuale a partire dal 1956, mentre nel Settecento aveva per lo più il significato di "grido, suono simile a un lamento" e indicava l’atto di fischiare gli artisti sgraditi a teatro in senso di disapprovazione. I governi dei vari paesi hanno recepito il Cat Calling in maniera differente; quello francese, nel 2018, ha approvato una legge che dichiara questo comportamento punibile su strade o mezzi di trasporto pubblico con multe fino a 750 euro, in Perù vigono leggi contro simili pratiche dal marzo 2015 e in Illinois (Stati Uniti) sono presenti leggi che riguardano le molestie di strada. Anche in altri Paesi questo tipo di comportamento è sanzionato, mentre in Italia non esiste ancora una pena specifica per punirlo.
Tra le varie reazioni all'episodio subito da Aurora Ramazzotti, a fare più scalpore è il commento fatto da “er Faina”, youtuber e influencer che, con qualche storia su Instagram, ha banalizzato la gravità del fenomeno sostenendo che “Fischiare ad una ragazza non è un insulto” anche se, pare che in seguito lo youtuber si sia scusato.
Mettendo da parte la bufera mediatica, calarsi oggettivamente nella realtà del fenomeno è fondamentale.
Sì, che geneticamente il corpo di chi nasce donna è differente da quello di chi nasce uomo lo sanno tutti, ma dato che ci viene insegnato a non dar niente per scontato è bene rinfrescare la memoria, poiché da sempre questa differenza sembra legittimare commenti frivoli e imbarazzanti nei confronti di determinate parti del corpo di chi, non per scelta, nasce donna. Tutto questo non fa altro che rafforzare gli infiniti tabù che riguardano l’universo femminile, causando in ogni donna non pochi problemi ad accettare il proprio corpo.
Corre l’anno 2021 e tranne mostrare assorbenti igienici macchiati nelle pubblicità di questi ultimi, non si sono raggiunti molti traguardi o vogliamo estrarre dal cilindro la questione del diritto di voto guadagnato nel “lontano” 1946? Perché beh, potremmo parlare anche dell’aborto, ma i fatti dimostrano che a riguardo più che di progresso si possa parlare di regressione, dato che molte regioni italiane (e non solo!) cercano ancora di contrastarlo.
Il reale problema resta quello di società che continuano ad associare il corpo femminile esclusivamente al desiderio o all’atto sessuale e sì, siamo nel 2021. Donne, ragazze ma anche ragazzine molto giovani che sembrano dover sempre fare estrema attenzione a ciò che indossano, a come si muovono, poiché anche una semplice passeggiata in solitaria per le strade del proprio piccolo paese può dare origine ad episodi estremamente spiacevoli che scatenano nella mente di ogni donna o ragazza che sia, una serie di reazioni che si concretizzano in insicurezze.
Cari lettori, a quanti di voi passeggiando tranquillamente da soli è capitato di sentire alle spalle una macchina che rallenta non per prudenza, ma per scansionarvi dalla testa fino ai piedi, magari con l’aggiunta di qualche commento o espressione poco garbata da parte di chi si trovava all’interno del veicolo? Siamo tutti quanti consapevoli che il numero di donne alle quali è capitato supera di gran lunga quello degli uomini.
Desideriamo fregarcene di tutto ciò, andare oltre al nostro aspetto estetico, ai nostri fianchi larghi, al nostro seno che, se è grande non va bene, ma che se è piccolo ancor meno, alla nostra pancia non perfettamente piatta. Tutte desideriamo fregarcene, indipendentemente dal nostro orientamento sessuale; ma finché il nostro corpo resterà un tabù, un ostacolo, un oggetto da commentare, fregarsene continuerà ad essere estremamente complicato.
Ricevere fischi o apprezzamenti mentre camminiamo per strada, indossando un rossetto e un vestito lungo sopra al ginocchio, ci porta a credere di essere considerate unicamente per il nostro aspetto estetico e ci rende schiave di esso.
Ecco spiegato perché il Cat Calling non è affatto un complimento.
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