Per chi non la conoscesse, Aida è una canzone del celebre Rino Gaetano, la quale diede il nome al suo terzo album, composto nel 1977. Durante un concerto, il cantautore calabrese presentava la sua ballata dicendo:
“Ultimamente, qualche mese fa, io ho visto un film molto importante, che è "Novecento" di Bertolucci. Questo film era un po' la storia dell'Italia, raccontata proprio in due parti. Io ho cercato di scrivere, di portare in canzonetta, la storia dell'Italia, degli ultimi 70 anni italiani, partendo un po' dalle guerre coloniali fino ad oggi. E allora mi sono servito, per fare questa canzone qui, di una donna, che ha vissuto, attraverso i suoi amori e i suoi umori e la sua cultura, la politica italiana. Questa donna si chiama Aida.”
Sulla scelta del nome si è sicuramente ispirato all’opera omonima di Giuseppe Verdi, il quale ne ha contribuito alla diffusione alla fine del 1800. Aida vuol dire “che ritorna”, “visitatrice”.
“Aida è un nome tipico italiano, perchè rappresenta tutte quelle donne da settant'anni a questa parte, quindi la nonna, la mamma, la fidanzata, un'eventuale futura mia figlia. Sono tutte Aide, che hanno sofferto come forse ho sofferto io negli ultimi 28 anni e come ha sofferto mia madre negli ultimi anni”, così Gaetano cerca di spiegare la scelta del nome e il significato della sua ballata, fatta di simbologia, retorica e allusioni .
Rino Gaetano si propone dunque di ripercorrere 70 anni della storia del nostro Paese. Aida può essere interpretata come una sorta di personificazione dell’Italia, la quale, da anziana si ritrova a sfogliare un album di fotografie attraverso il quale riesce a rivivere il suo passato, momento per momento, in ordine cronologico. Segue un’analisi del testo:
“Lei sfogliava i suoi ricordi Le sue istantanee, I suoi tabù”: La ballata si apre con questa donna, Aida, ormai anziana, che ripercorre i suoi anni di vita tramite un album di fotografie.
“Le sue madonne e i suoi rosari” fa riferimento alla tradizione cattolica italiana.
“E mille mari” rimanda al mare nostrum, mentre alalà , al termine della prima strofa, è il grido di battaglia usato da d’Annunzio e dagli aviatori italiani nell’attacco aereo su Pola del 1917, usato poi nella presa di Fiume e successivamente adottato dai fascisti.
“I suoi vestiti di lino e seta:” La seconda strofa si apre con un rimando al matrimonio fra Edda Mussolini e Galeazzo Ciano tramite una citazione del cinegiornale dell’Istituto Luce, il quale scrisse “vestiti di lino e seta, dopo la cerimonia si avviano al radioso futuro di novelli sposi”
“Le calze a rete, Marlene e Charcot”: qui si parla dei movimenti artistici in voga in quegli anni: Marlene Dietrich era un’attrice tedesca, conosciuta come la diva di Berlino , divenuta famosa mondialmente grazie all’interpretazione di Lola Lola nel film “l’angelo azzurro”, la quale indossava calze a rete secondo la moda del tempo. Charcot invece è il personaggio creato da Charlie Chaplin nel film “tempi moderni” (1936), attraverso il quale l’autore porta sul grande schermo il rapporto uomo-macchina e l’alienazione in chiave satirica e comica, il cui bersaglio principale è la catena di montaggio.
“E dopo giugno il gran conflitto”: 10 giugno 1940, Mussolini si affaccia al balcone di piazza Venezia a Roma tenendo un discorso col quale annuncia l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania, contro Francia e Gran Bretagna.
“E poi l’Egitto”: Mussolini prese di mira il Nord Africa per le sue mire espansionistiche, seppur con scarsi risultati.
“E un’altra età, marce e svastiche e federali”: ecco quindi l’aprirsi di nuova età sotto il regime nazista e i federali fascisti, fatta di imposizioni, uniformità, marce e svastiche.
“Sotto i fanali l’oscurità”: sotto i fanali delle torrette vedetta non c’è altro che l'oscurità della guerra e della desolazione.
“E poi il ritorno di un paese diviso più nero nel viso più rosso d’amor”: Siamo qui alla fine della guerra, quando si apre la Repubblica di Salò. Il paese appare diviso e tormentato dallo strazio della battaglia, ma ora finalmente il rosso non è più il sangue dei caduti , ma sta ad indicare l’amore frutto del ricongiungimento fra i cari.
Il ritornello “Aida come sei bella” è un urlo, un’invocazione, simile alle invocazioni delle muse nei poemi omerici, in cui Rino Gaetano si rivolge alla sua Italia con un tono ironico e sofferente.
“ Aida, le tue battaglie, I compromessi, La povertà, I salari bassi, la fame bussa”: Ci spostiamo, nella terza strofa, agli anni 50-60-70. Si fa riferimento alla fame, alla desolazione, alla povertà, caratteristiche del secondo dopoguerra.
“Il terrore russo” fa riferimento alla Guerra Fredda
“Cristo e Stalin” ha un significato ambiguo: potrebbe rimandare da un lato alle elezioni del 1948 in cui si ha la vittoria della Democrazia Cristiana e la sconfitta del Fronte Popolare e alla contrapposizione fra DC e partito comunista fino agli anni 90. D’altro canto potrebbe rimandare alla lotta fra Stalin e papa Pio XII il quale scomunicò il primo.
“Aida, la costituente”: ecco che si apre l’ultima strofa. L’assemblea costituente fu un organo legislativo che tra il 1946 e il 1948 si occupò della stesura di una Costituzione per la neo nata Repubblica. “La democrazia E chi ce l'ha”: questo è un verso con un’accezione ironica, in quanto la Costituzione avrebbe dovuto garantire la democrazia, ma così non è stato. “E poi trent'anni di safari Fra antilopi e giaguari Sciacalli e lapin Aida, come sei bella”: La ballata si chiude con questi versi che rimandano a trent’anni di lotte politiche rispettivamente fra uomini di politica, di affari e del mondo dello spettacolo.
Comments