Si parla sempre di amore, in continuazione. Parlano d'amore al TG, su Instagram, nei film, anche a scuola. Che due palle immense.
Come se l'amore fosse alla base delle nostre vite, come se ne fosse il motore, come se in assenza di quello noi ci spegnessimo, afflosciandoci come piante senz'acqua.
L'anima gemella. Un'altra bufala, inventata per cosa, poi? Per vendere a San Valentino, o per far deprimere ancora di più chi non è in grado di trovarla?
Continuiamo a sentirci ripetere che l'amore, se vero, è una grande forza. Io credo piuttosto che l'amore sia una debolezza. Bellissimo, indubbiamente, ma anche pericoloso. L'amore rende vulnerabili, nudi, pavidi. Eppure...
C'è sempre un eppure.
Siamo al simposio di Platone. Attorno a noi, personaggi celebri e panciuti sorseggiano calici di vino mentre discutono di cose che forse non li hanno mai riguardati per davvero. Fedro è tra i più giovani lì presenti, ancora pieno di sogni e di speranze. Osserva i suoi maestri mentre cerca di sedersi come loro, imitandone le posizioni e le espressioni.
-Io credo che l'amore sia quanto di più forte esista al mondo.- esordisce. -Immaginatevi un esercito costituito unicamente da persone che si amano. Vincerebbero su tutti gli altri, proprio perché sarebbero disposti a tutto, pur di difendere l'amato. Cederebbero la posizione, getterebbero via le armi, sceglierebbero sempre di morire una volta in più dell'altro, pur di salvargli la vita. Vedere un simile valore in amore, non può che essere segno di un altissimo valore in natura.-
Orfeo ed Euridice, Achille e Patroclo. Il primo, per Fedro era un amore debole, perché Orfeo aveva rinunciato ad Euridice pur di poterla vedere anche solo di sfuggita. Come se andare e tornare dagli inferi non fosse un gran gesto di vero amore. Il secondo, invece, quanto di più forte si possa riconoscere nel rapporto tra due persone: Achille che si getta in battaglia, pronto ad uccidere e persino a morire, per l'aiuto e la vendetta del suo amato Patroclo.
-Sì, sì, il ragazzo ha detto bene.- interviene Aristofane. Il commediografo si è appena ripreso da un violento attacco di singhiozzo, immaginatevelo con la voce roca e sempre sul punto di rompersi. Chissà se è davvero solo colpa del singhiozzo. -L'amore è potente, proprio perché ha alla sua base l'unione. Prima di adesso, gli esseri umani non erano separati. Indipendentemente dai loro sessi, gli uomini si trovavano uniti al loro compagno. Egli era all'altro complementare, come il secondo pezzo di un puzzle. Erano chiamati “androgeni”, avevano un corpo basso e tozzo, la testa con due facce, rivolte in due direzioni diverse, quattro gambe, quattro braccia, uniti per le spalle. Avevano le caratteristiche dei due sessi, pertanto erano tutto e niente insieme. Sembravano invincibili, e tali si sentivano. In una sfida agli dei, tentarono di scalare il monte Olimpo. Zeus... dice sempre che fece ciò che fece perché gli androgeni lo avevano offeso, ma in realtà temeva la potenza distruttrice dell'essere umano. Così lanciò su di loro una pioggia di fulmini, dividendo gli androgeni in deboli, singoli, esseri umani, così come siamo noi adesso. La loro forza fu infranta, perché fu infranta la loro unione.-
I presenti al simposio si guardano, smarriti. Fedro si dà all'alcol, senza riuscire più a capire se l'amore sia forza o debolezza. Alla fine, l'unica conclusione sensata a cui arriva, è che l'amore sia entrambi.
Aristofane riprende fiato, butta nello stomaco qualche sorso di vino. Chissà dov'è la sua di metà, adesso. -Da quel momento-, continua. -gli uomini sono immersi in una ricerca disperata di quella forza ed unità perduta. L'unico modo che resta loro per ritrovarla, sono l'unione e il desiderio sessuale, il ricongiungimento fisico, che va inevitabilmente a rispecchiarsi in un ricongiungimento emotivo, dell'anima. Quando privati di tale ricongiungimento, vagano nel mondo, errando da un angolo all'altro, soli, sperduti, cercando quella metà complementare che gli è stata sottratta, l'unica che possa adattarsi perfettamente ai loro spigoli nudi e soli.-
Conclusione: come ha pensato Fedro, l'amore è forza e debolezza insieme. Come tutte le cose, ha i suoi lati oscuri. Non c'è altro da fare, se non accettarli ed imparare ad immergercisi dentro. Potrebbe risultare addirittura piacevole, come fare un bagno caldo.
Credo che, in conclusione, l'essere umano sia solo un gran casino: un gomitolo ingarbugliato di tutte le sue innumerevoli sfaccettature, speranze, paure, ambizioni. E credo che l'amore consista nel trovare qualcuno che sia in grado di districare quel gomitolo. Oppure, in alternativa, di annodarcisi dentro.
P.S. purtroppo non conosco il nome dell'autore/autrice di questo fumetto. Se qualcuno lo sapesse, o se l'autore stesso lo riconoscesse, si prega di comunicarlo nella sezione commenti o alla pagina Instagram di "UniFiChiamoci", e i ringraziamenti adeguati saranno immediatamente inseriti.
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