Negli ultimi tempi, sulla scia di un dibattito nazionale molto agitato, ha riscosso sempre più successo l'iniziativa, portata avanti in diverse zone d'Italia, di installare delle panchine pitturate con i colori dell'arcobaleno, un gesto semplice ma di grande significato simbolico, per combattere la discriminazione contro le persone non eterosessuali.
In Italia la situazione è diventata talmente grave da causare l'intervento del Parlamento, un intervento atteso da tempo il cui obiettivo è quello di combattere apertamente ogni forma di discriminazione e punire gli episodi di violenza nei confronti di chi, agli occhi di un pezzo preoccupante di paese, non merita altro che ostracismo: l'intervento prende il nome dal suo relatore, l'onorevole Alessandro Zan, e consiste nell'arricchimento dell'art 604-bis del codice penale, nel quale si prevedevano reati di propaganda e istigazione a delinquere fondati su motivi etnici, religiosi e razziali ai quali ora si aggiungerà anche l'orientamento sessuale.
La norma ha l'obiettivo dichiarato di contrastare il fenomeno dell'omotransfobia, tristemente noto anche al grande pubblico a causa dei recenti fatti di cronaca nazionale.
In una prospettiva meno ampia, locale, sono diversi gli episodi di solidarietà e di reazione alla violenza, ed uno dei più diffusi è stato quello di realizzare, in diverse località sparse sul territorio nazionale, delle panchine pitturate con i colori della bandiera LGBT come simbolo di un'inclusione che non può più essere solo a parole.
La reazione del paese passa non solo per i canali, doverosi, parlamentari, ma anche dall'azione semplice e quotidiana di chiunque e dalla reazione contro l'atteggiamento arrogante di chi non vede altro che sé stesso.
Il mondo è bello perché è vario dice il proverbio: ritenere qualcuno diverso solo perché non ama ciò che dovrebbe secondo la famigerata "visione tradizionale" è surreale, adottare comportamenti violenti per tal motivo è criminale.
La strada per la lotta alla discriminazione è ancora lunga, ma è da gesti come questo, semplici e chiari, che si può seriamente iniziare a fare qualcosa, perché nessuno può essere giudicato per ciò che fa della propria intimità, nessuno ha diritto di odiare, perché la famosissima "libertà di parola" non è illimitata come crede qualcuno, né coincide con il diritto di dire bestialità, o tradurre le parole in fatti violenti: sarebbe dunque opportuno smettere di tirare la sottana della Costituzione per giustificare la propria intolleranza, e i recenti sviluppi sembrano finalmente andare in tal direzione.
Anche a Firenze la comunità non sembra immobile tanto che l'associazione CSX Firenze, nella persona del proprio senatore accademico, ha presentato una mozione per l'installazione all'università di una panchina colorata dai sette colori dell'arcobaleno, mozione approvata dall'organo: la lotta all'odio parte con gesti semplici e dalla gente comune, perché solo tutti insieme sarà possibile eliminare la piaga vergognosa dell'omotransfobia, che nel 2020, con alle spalle settanta anni di battaglie civili e politiche, non vorremmo neanche più sentir nominare.
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