Se quello che cercate è una serie tv storica che rispetti i fatti realmente accaduti o che vi dia un quadro storico del 1800 non è ciò che fa per voi. Se invece cercate una buona dose di sarcasmo e una quantità estrema di gossip è quello che fa al caso vostro.
Bridgerton, prodotto originale Netflix, vanta la produzione di Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy) ed è basata sui romanzi di Julia Quinn. Il period drama è ambientato durante gli anni della reggenza (la narrazione inizia nel 1813) a Londra, ma come già detto non si propone come serie di rilevanza storica ma come un quadro dettagliato della vita borghese e lussuosa delle famiglie più abbienti dell’epoca.
Una delle particolarità riguarda la quantità di abiti realizzati per soli 8 episodi, essi infatti sono 7500 ed ogni famiglia ha una sua simbologia legata al colore e alle caratteristiche dei personaggi. Gli abiti, come le scenografie, sono capolavori di artigianato che hanno occupato per mesi innumerevoli artisti. La protagonista indossa vestiti di colori tenui, chiarissimi proprio per simboleggiare la purezza e il diamante che rappresenta.
La storia è narrata da una certa Lady Whistledown (voce di Julie Andrews), una gossip girl dell’800 che sa tutto quello che accade nella società benestante.
La protagonista, Daphne Bridgerton, inizialmente viene presentata come una giovane e innocente ragazza che debutta in società e cerca di accaparrarsi un marito, mentre nello svolgimento della serie ha una crescita e viene messa in risalto una personalità ribelle che non si vuole adattare a ciò che la società le impone. Ovviamente parliamo di una società che si basa sulla morale e sul portamento dove la donna viene vista come moglie e futura madre, che deve essere istruita per gestire la casa e non per il mondo che la circonda. Daphne fisicamente rappresenta al 100% lo stereotipo della giovane borghese esempio di purezza, ma se guarderete la serie vi renderete conto che la sua psicologia non è lo specchio della sua estetica.
Daphne si legherà al Duca di Hastings andando contro ai dettami del tempo e inizierà la sua vita con più autonomia, criticando l’educazione e le informazioni poco utili datele dalla madre. Questa nota femminista, molto contemporanea, è stata apprezzata dalla critica per la puntualità dei dialoghi fra donne che sono perfettamente in linea con lo storytelling, ma attualissimi.
L’atmosfera di Bridgerton verrà sicuramente apprezzata dagli amanti di Sofia Coppola (Marie Antoniette) soprattutto per la palette di colori scelti e le scenografie.
La serie vuole creare scandalo e far entrare lo spettatore all’interno della storia. La maggior parte degli attori sono britannici quindi consiglio la visione in lingua originale per apprezzare i dialoghi a tutto tondo. La vicenda ha una forte impronta multiculturale sicuramente anacronistica, ma che dà un taglio originale e inaspettato alla storia. La regina Charlotte viene considerata la prima regina mulatta della storia e questo permette alla narrazione di avere molteplici protagonisti di diverse etnie. Si hanno sicuramente tratti utopistici, le classi sociali sono ben delineate, ma la convivenza di esse con la multiculturalità è resa troppo pacifica probabilmente. La serie non si propone di essere estremamente realistica ed è un ‘patto’ con lo spettatore che si delinea dal primo episodio.
Ultima nota di originalità sono gli arrangiamenti classici di canzoni di artisti come Billie Eilish e Taylor Swift che sembrano perfettamente in tono con l’atmosfera.
In generale il prodotto è molto godibile, va letta con leggerezza e spensieratezza senza ricercare in essa citazioni auliche o una trama troppo elaborata. Con lo spirito giusto trovo che siano 8 episodi piacevoli, rimaniamo in attesa della seconda stagione, la cui produzione inizierà a Marzo.
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