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Che fai a capodanno?


Ormai sono più di 2000 anni che festeggiamo l’ultimo giorno del nostro calendario: già all'inizio del II secolo a.C. i Romani avevano stabilito come inizio dell’anno il 1° gennaio, mese che, non a caso, era dedicato al dio bifronte Giano. Un po’ come quel personaggio malvagio di Harry Potter e la pietra filosofale, Quirinus Raptor, il dio Giano aveva due facce, una rivolta al passato e l’altra al futuro. Simboleggiava cioè la fine dell’anno e l’inizio del successivo. E in mezzo a questi due poli temporali, i soliti festeggiamenti che nel corso dei millenni sono diventati un rito sociale.


Quest’anno più di tutti meriterebbe festeggiamenti conclusivi, un mezzo per esprimere le nostre speranze per il futuro ma anche per bilanciare le mancanze sentite durante i mesi di confinamento. Eppure, è meglio di no. Quante volte ho sentito questa frase nel 2020: me lo diceva la coscienza oppure era una risposta intelligente dei miei amici al reciproco bisogno di socialità. Vieni a casa mia? No, è meglio di no. Ti va di fare un aperitivo in centro? Tanto siamo all’aperto! Meglio di no, scusa.

Forse prima o poi smetteremo di dircelo, la finiremo di bestemmiare a denti stretti tutte le volte che ci dimentichiamo la mascherina, smetteremo di fare imbarazzanti aperitivi su Zoom o di sentirci a disagio quando vediamo una scena collettiva in un film. Prima o poi succederà davvero, ne siamo tutti convinti, anche se ci coccoliamo nel cinismo e nel pessimismo (tipici mood da sessione invernale, no?).


Quindi, se tanto per adesso è meglio attenerci alle regole, sorge la domanda: cosa fare a capodanno? Festeggiare coi parenti? E anche nel caso in cui fosse consentito dalle regole del Presidente del Consiglio, come ci si diverte coi parenti? Si stappa lo spumante seguendo Carlo Conti su Italia Uno e per le 00.15 tutti a letto?


Nel nostro immaginario collettivo, capodanno significa alcol, musica a palla, il buio illuminato dai fuochi d’artificio nel giardino dietro casa; vuol dire vestirsi bene ma soffrire comunque di freddo e dormire pochissimo, tra gente che balla convulsamente fino alle 5, come se non volesse perdersi nemmeno un attimo di quella notte eterna. E noi universitari, noi giovani, siamo tendenzialmente molto festaioli. Quest’anno però, non abbiamo molta scelta. E’ veramente triste e frustrante vedere i propri amici sullo stesso schermo che fino a due giorni fa trasmetteva live le facce dei professori, ma è il meglio che possiamo fare.

Prendiamone atto, facciamoci coraggio: se ci dà noia non poter passare la serata di San Silvestro con gli amici, allora perché considerarla speciale? Sarà una serata come un’altra, un filmino di Netflix e ciao…


Intanto possiamo stilare la lista dei propositi per il 2021: studiare, mettersi a dieta e il resto di quelle cavolate che ci fanno sentire persone migliori. Non so voi ma credo che l’unico obiettivo per l’anno nuovo sia quello di vaccinarsi e organizzare un mega evento (in data da stabilire, magari una sorta di capodanno estivo) in cui poter finalmente stare tutti ammassati, preoccupati dell'unica piacevole ansia di prendere l’herpes da qualcuno….

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