La televisione di Stato bielorussa ha mandato in onda un servizio nel quale il dissidente e Roman Protasevich confessa di essersi reso responsabile di diversi crimini contro lo Stato bielorusso, in particolare durante le proteste contro i brogli elettorali del 2020 che hanno confermato la vittoria del dittatore Lukashenko.
I familiari e le persone vicine a Protasevich, ma anche la stessa comunità internazionale e nello specifico l'UE, hanno accusato il regime bielorusso di aver estorto la confessione con la forza (se si possa parlare di tortura al momento è difficile, per quanto assai ipotizzabile) e di aver costretto il dissidente alla assai poco convincente abiura nei confronti di Lukashenko, il quale aveva fatto prelevare con la forza Protasevich da un aereo, facendo dirottare il mezzo durante un volo da Atene a Vilnius, provocando l'ira dell'Unione Europea.
La Corte di Giustizia dell'UE ha respinto il ricorso per violazione di norme procedurali presentato dall'Ungheria in merito alla risoluzione adottata dal Parlamento Europeo per denunciare il "evidente rischio di violazione di violazione grave da parte dell'Ungheria dei valori su cui si fonda l'Unione": il parlamento si era espresso circa la possibilità concreta che il governo magiaro potesse realizzare nuove violazioni, oltre a quelle che già gli sono contestate, dei valori fondamentali dell'Unione.
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