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Immagine del redattoreMartina Romeo

Dante Alighieri, lungo le sue (poche) orme nel capoluogo toscano

Dante Alighieri rappresenta, ancora oggi, una delle figure più caratteristiche di Firenze, città dipinta dal Sommo Poeta sempre con sfumature piacevoli (tanto da dedicare ad essa l’inizio del canto XXVI dell’Inferno).

Pur essendo fiorentino di nascita, dello scrittore, nel capoluogo toscano, abbiamo ben poco ancora oggi: ciò molto probabilmente a causa dell’esilio forzato, che lo ha costretto a lasciare la città per cui, come è possibile leggere, ha sempre provato un sentimento di immenso amore. Per ripercorrere i passi di Alighieri nella sua città natale, e scoprire così testimonianze a lui relative, è necessario (o, come direbbe qualcuno, fortemente consigliato) andare alla ricerca delle sue tracce.


La prima cosa che, sicuramente, salterà agli occhi dei curiosi (e non solo), è la Casa-Museo di Dante. Purtroppo non la dimora originale, ma la ricostruzione del XX secolo, localizzata nell’esatto luogo in cui sorgevano le case della famiglia Alighieri, nel centro di Firenze: una serie di edifici nei pressi della Torre della Castagna, dove, stando ad un aneddoto popolare, nel 1265 nacque il poeta stesso. Nei dintorni, poco più avanti, è possibile trovare anche la Chiesa di Dante, luogo in cui quest’ultimo avrebbe visto Beatrice per la prima volta.


Altra tappa fondamentale per gli amanti del poeta fiorentino è sicuramente Piazza Santa Croce. Proprio davanti alla Basilica, sul lato sinistro, si erge, infatti, la statua in marmo di Dante, dotato di un’espressione torva ed arrabbiata, scrutante la piazza con sguardo ancestrale e con in mano la sua opera principale, la Divina Commedia.

Spiegazione dell’incisività espressiva data alla statua dal suo scultore, Enrico Pazzi (1865), è l’equivalenza del disprezzo provato dal poeta per coloro che lo hanno esiliato. Possiamo notare, a tal proposito, che di Dante Alighieri a Firenze non si hanno neanche le spoglie, rimaste nella città in cui lo scrittore morì: Ravenna.

Il fatto che la Chiesa di Santa Croce accolga le tombe di molti dei personaggi più illustri della cultura italiana, potrebbe far sembrare una irrisione nei confronti del Sommo Poeta il fatto che la sua statua più rappresentativa sia stata localizzata al di fuori del cosiddetto “Tempio delle Itale Glorie”, nonostante l’importanza che Alighieri rappresenta per il territorio fiorentino.


Sarà possibile notare, procedendo verso la zona centrale, il cosiddetto “quartiere dantesco” (tra Piazza della Signoria, la Badia Fiorentina e la Chiesa di Orsanmichele): parliamo del cuore medievale della città, dove è possibile trovare torri in pietra appartenute a famiglie nobili del tempo, come i Donati (da cui proveniva la moglie di Dante, Gemma). In giro per questi vicoli, e non solo, è facile imbattersi in alcune lapidi di pietra riportanti citazioni della Divina Commedia (in tutto trentaquattro), tutte con una stretta attinenza con la città, le quali vanno a comporre un vero e proprio “percorso poetico” visibile sui muri dei palazzi in pietra.


Strano è quanto una delle icone fiorentine abbia così poche rappresentazioni nella sua stessa città natale. Eppure, non appena qualcuno legge o solo sente nominare Firenze, Dante è una tra le prime figure esemplari della città. Importante è quindi non dimenticare quanto l’importanza dello stesso non sia dovuta soltanto a ciò che ci ha lasciato materialmente, per quanto tutto ciò possa essere importante, ma anche alla sua storia, agli spostamenti che il Sommo ha effettuato durante la sua vita e, forse fin troppo breve, permanenza fiorentina.

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