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Etimologendario natalizio-cap.19


Dal greco etymos, "vero" e logos, "studio", l'etimologia è la scienza che studia l'origine delle parole. Se nell'italiano di oggi molti termini hanno una provenienza chiara, avviene talvolta che certe etimologie provengano invece da storielle simpatiche e inaspettate. Noi di UniFichiamoci abbiamo deciso di raccontarvi una di queste storie ogni giorno fino a Natale, come una sorta di calendario dell'Avvento etimologico.

La parola di oggi è: moneta


Preziosa per tutti gli studenti che vogliono fare colazione alle macchinette automatiche, per tutti i patentati che devono pagare un parchimetro o per chi deve prendere l’acqua frizzante al fontanello di paese: La moneta fa inevitabilmente parte della nostra quotidianità. Vi siete mai chiesti da dove venga questo termine? Spoiler: tutto merito di alcune oche chiassose.


Dal latino, “moneta”, significa “colei che avverte” ed è attribuito alla Dea Giunone. Ma cosa lega la divinità del matrimonio e del parto, protettrice degli animali, con le monete che noi usiamo per pagare l’autostrada? Ebbene, bisogna ripartire dal 390 a.C., quando i Galli, sotto la guida di Brenno, stavano assediando il Campidoglio dopo aver già saccheggiato la città di Roma che soffriva l’assenza del politico e militare Furio Camillo, esiliato dalla sua patria. Ma la notte in cui i nemici tentarono di irrompere nel Campidoglio, attraverso un passaggio segreto per fare breccia nelle ultime difese romane e accedere ai templi e alle ricchezze lì conservate, delle oche, animali sacri di Giunone, cominciarono a starnazzare talmente forte da svegliare tutti i romani che, quindi, riuscirono a respingere temporaneamente i Galli. Dopodiché si tentò un accordo: i romani avrebbero dovuto pagare una fortuna per annullare l’assedio dei nemici e concludere la guerra. Ma, leggenda narra che, miracolosamente, tornò Furio Camillo che riuscì a scacciare i Galli in una trionfante battaglia. C’è anche chi dice che non arrivò in tempo, ma poco importa, le oche avevano comunque salvato eroicamente il Campidoglio. Così, quando fu aperta la zecca, proprio vicino al tempio di Giunone, si cominciò a chiamare il denaro che lì veniva coniato moneta, come la Dea che, grazie alle sue oche, ha salvato il Campidoglio.

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