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Emma Giacomobono

Etimologendario natalizio: cap. 12: bizzarria


Dal greco etymos, "vero" e logos, "studio", l'etimologia è la scienza che studia l'origine delle parole. Se nell'italiano di oggi molti termini hanno una provenienza chiara, avviene talvolta che certe etimologie provengano invece da storielle simpatiche e inaspettate. Noi di UniFichiamoci abbiamo deciso di raccontarvi una di queste storie ogni giorno fino a Natale, come una sorta di calendario dell'Avvento etimologico. La parola di oggi è: BIZZARRIA.


Oltre che per il suo significato, anche per quanto riguarda l’etimologia, la parola bizzarria incuriosisce. Secondo la versione più attendibile deriva da bizza (dall'antico tedesco bizzan = pungere, mordere), parola onomatopeica che ricorda il ronzio degli insetti. La radice del termine è pertanto costituita da quel biz biz molesto delle zanzare nelle sere estive. Ci infastidiscono con il loro ronzio e poi quando meno ce lo aspettiamo arriva la puntura, la bizza che ci fa sobbalzare, o meglio, imbizzarrire come cavalli. Dunque la parola bizzarria suggerisce l’idea di qualcosa di pungente, che fa sobbalzare dal torpore e colpisce per la sua estrosità e stravaganza. Secondo un’altra versione bizzarria deriverebbe dal francese bigarre (da bigarrer = variegare, screziare), termine che veniva riferito alle stoffe variopinte. La stranezza dell’evento bizzarro può così essere vista come mucchio di stoffe in cui ognuna è di un colore o di una fantasia diversa dall’altra. Nessuno penserebbe mai di creare un vestito utilizzando stoffe a righe, scacchi e fiori insieme… a meno che non sia venuta in mente una bizzarria.

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