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Immagine del redattoreIlaria Galluccio

Etimologendario Natalizio-cap.21: Robot




Dal greco etymos “vero” e logos, “studio”, l’etimologia è la scienza che studia l’origine delle parole.

Se nell’italiano di oggi molti termini hanno una provenienza chiara, avviene talvolta che certe etimologie provengono invece da storielle simpatiche e inaspettate.

Noi di Unifichiamoci abbiamo deciso di raccontarvi una di queste storie ogni giorno fino a Natale, come una sorta di calendario dell’Avvento etimologico.

La parola di oggi è: Robot.


Al giorno d’oggi, in una società moderna, è molto comune durante una conversazione utilizzare la parola robot; ma andiamo ad analizzarla nel dettaglio:

Il termine robot deriva dal ceco “robota” che significa schiavo, individuo sottoposto ai lavori forzati.

La parola è stata utilizzata per la prima volta negli anni 20 del ventesimo secolo dallo scrittore Karel Capek in un testo teatrale.

La definizione venne adoperata da Capek per indicare gli automi umanoidi che si ribellano rivendicando la propria libertà negata.

Solo successivamente l’espressione robot fece la sua entrata nella letteratura grazie all’intervento di Asimov in Frankenstein il quale però aggiunse al termine robot quello di positronico considerando questi umanoidi come aiutanti e protettori dell’uomo.

Il successo fu garantito con il debutto cinematografico nel 1927 in Metropolis, un film muto di Fritz Lang, ambientato nel 2026.

Non dimentichiamoci però i capolavori del cinema moderno: Blade runner o Star Wars.

Del primo prototipo di robot non si dovette attendere molto; si chiamava Unimate, era un braccio meccanico,creato negli anni 60 come aiuto per gli operai di fabbrica nella saldatura delle scocche meccaniche.

Venne impiegato in una fabbrica del New Jersey, General Motors.

La robotica, inoltre, divenne oggetto di interesse in medicina;furono costruite protesi robotiche per coloro a cui mancavano gli arti superiori o inferiori, per sentirsi inclusi all’interno della società.

Il primo umanoide arrivò da Tokyo nel 1973, Wabot-1 capace di camminare, di parlare e trasportare oggetti.

Vikin I fu ,invece, il primo robot ad essere inviato nello spazio nel 1976, per essere più precisi su Marte, un pianeta ancora del tutto inesplorato.

Dagli anni 80 ad oggi la tecnologia ha subito una grande evoluzione.

In Giappone, ad esempio, sono molte le fabbriche che utilizzano i robot umanoidi nella lavorazione dei prodotti, essendo più veloci e affidabili rispetto all’uomo.


Sono state condotte persino delle indagini in America per conoscere il punto di vista della popolazione sulla presenza dei robot nella società.

Gran parte degli americani ha manifestato timore di poter perdere il proprio lavoro, altri hanno riferito che la comunità robotica recherebbe danni irreparabili nella popolazione mondiale, in quanto essi agiscono senza l’uso dell’emotività.

Secondo voi, invece, come sarà la nostra società condivisa con la comunità umanoide-robotica?




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