Alza la mano se almeno una volta ti sei trovato davanti a una persona che mente. Ti Sfido a dire di no. E chissà quante volte abbiamo dato per buona una frase detta da genitori, amici, cognati, parenti, tombole a natale e mal di testa ricorrenti... scusami, mi sono fatto prendere dalla mano e dalla canzone degli Zero Assoluto. Per dimenticare... Comunque, tornando seri... Chissà quante volte ci siamo lasciati ammaliare, rassicurare o edulcorare dalle parole infide di un bugiardo. E le volte che abbiamo contato sono solo quelle in cui ci siamo accorti dei “pinocchi” che ci stanno attorno. Perché il “pinocchio” di turno si è lasciato sfuggire qualche particolare di troppo che ha lasciato scoperto un’assenza di onestà.
Adesso alza la mano e portala alla bocca se hai mentito almeno una volta nella tua vita. Ti sfido nuovamente a dire di no. Ma non ti preoccupare se ora ci ritroviamo con il palmo della mano che imprime sulle labbra: a nostra difesa dico che alcune balle possono essere considerate in parte innocue. Non dico che siano proferite e propinate a fin di bene, ma quasi. Per esempio, c’è chi è carente di verità per nascondere le proprie fragilità, chi per non ferire i sentimenti di una persona, chi trova qualsiasi escamotage per mantenere un segreto. Anche se già lo sappiamo, repetita iuvant, verba volant scripta manent: le bugie hanno le gambe corte, indipendentemente dall’essere buone o cattive, aspre o dolci (anche se, per me, di dolce hanno ben poco. Al massimo possono raggiungere come grado di sapore l’amarognolo, quindi un amaro piacevole, che per altro detesto, sia in cucina sia nella vita); e negli ultimi anni sono stati condotti numerosi studi scientifici volti a individuarle, al fine di disinnescarle: adesso, quindi, hanno le gambe corte come non mai!
Se pensi che i ricercatori non avessero nient’altro di meglio da fare, potresti ricrederti: secondo l’ACFE (Association of Certified Fraud Examiner) il costo delle frodi assicurative, delle truffe e delle false testimonianze ammonta alla cifra record di 3,5 trilioni di dollari!
Le menzogne, inoltre, determinano un costo sociale ancora più rilevante: l’erosione della fiducia.
E allora, perché non scoprire una matrice che possa essere esplicativa di questi fenomeni comunicativi così corrosivi per i rapporti economici e sociali?
Pertanto di seguito troverai i 10 trigger per smascherare un bugiardo, per coglierlo con le mani nel sacco, individuati dalla Dott.ssa Pamela Meyer, scrittrice e imprenditrice americana, per anni lavoratrice con un team di ricercatori specializzati nell’identificazione di espressioni micro facciali, nella conduzione di interrogatori e nell’analisi di dichiarazioni giurate. Meyer, durante una conferenza organizzata da TED, organizzazione no profit che ha come obiettivo “Diffondere Idee di Valore”, ha spiegato che il menzognero
Pone le distanze tra sé e l’oggetto del discorso. Basti pensare al discorso del Presidente americano Clinton che giurava di non essere stato a letto con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky. Le sue parole recitavano: “Non ho avuto rapporti sessuali con quella donna, Miss Lewinsky“. Chi mente, tende a distanziarsi, anche attraverso il linguaggio (quella donna), dall’oggetto del discorso. Infatti tutti noi sappiamo come andò a finire la vicenda amorosa tra Clinton e Lewinsky, al centro poi dello scandalo Sexgate, che portò il presidente ad un passo dall’impeachment. Quindi se sospetti di essere vittima di un tradimento e il tuo partner fa finta di non conoscere la presunta amante… inizia a preoccuparti.
Cerca di rafforzare le sue affermazioni con frasi fatte. I bugiardi più facili in assoluto da individuare sono quelli che fanno di tutto per riaffermare la propria sincerità. Drizza le antenne ogni volta che senti queste paroline magiche: “a dir la verità“, “onestamente“, “se devo essere del tutto sincero“. Chi dice la verità non ha bisogno di riaffermarlo ogni due per tre!
Ripete la domanda che gli hai posto prima di risponderti. Qualunque studente che abbia sostenuto un’interrogazione o un esame orale sa bene che, quando si ha un lapsus, l’unico modo per guadagnare secondi preziosi è quello di ripetere la domanda del professore. Occhio però a non utilizzare questa strategia durante un interrogatorio della polizia, o peggio ancora, dei tuoi genitori o del tuo partner! Far finta di non aver capito e cercare di prendere tempo, ripetendo la domanda, può spesso significare che ti stai inventando una storiella.
Ti fissa negli occhi. Questa non te l’aspettavi vero? In fondo, solo chi è sincero ha il coraggio di guardarti dritto negli occhi! Giusto? Sbagliato. Gli studi della dott.ssa Meyer hanno dimostrato che i mentitori tendono a mantenere il contatto visivo in modo innaturale. Non solo. Invece di agitarsi, come capita spesso nei film, i nostri “pinocchi” si irrigidiscono e tengono immobile la parte superiore del corpo.
Sorride più del dovuto (…e in modo strano). Ecco sfatato un altro mito: abbiamo sempre legato i sorrisi e il calore umano alla lealtà, ma a quanto pare chi mente cerca di far leva anche su questo splendido gesto. Esiste però un modo “scientifico” per distinguere un sorriso falso, da un sorriso sincero: chi ride di gusto lo fa con tutto il corpo e con tutta la faccia. Chi invece sta simulando un sorriso, si concentra solo sul movimento dei muscoli delle labbra, tradendo e mascherando i suoi reali sentimenti.
Fornisce una marea di dettagli irrilevanti. “Cavoli… più sarò dettagliato e più dovranno credermi!”. È questo il classico ragionamento del menzognero. Impara dunque a diffidare da chi condisce i propri racconti con tanti inutili particolari: sta solo cercando di creare un mondo di fandonie e fantasie. Bugie a parte, ricorda che organizzare discorsi lineari, mirati all’essenziale, trasmette l’idea di una persona con una mente limpida. Ciò facilita l’instaurarsi di rapporti di fiducia.
Si fa sfuggire espressioni contraddittorie. Chi mente, se ha tempo, cerca di preparare al meglio la sua versione dei fatti, evitando contraddizioni o lacune. In pochi però allenano anche i movimenti del proprio corpo: il bugiardo dice “sì” a voce, ma scuote la testa come per dire “no”; racconta storie convincenti, ma nel frattempo alza le spalle; si finge triste, ma ha gli occhi che gli sorridono. Corpo e parola diventano dunque un ossimoro.
Non è in grado di ricostruire la sua versione partendo dalla fine. Qual è la prova del nove per capire se una persona ti sta mentendo? Lascialo parlare e, passato un po’ di tempo, quando meno se lo aspetta, chiedigli di raccontare la sua storiella a ritroso. Se esiterà o cercherà di prendere tempo… beh, hai già capito la conclusione.
Involontariamente dispone i piedi in direzione di un’uscita. A meno che non ti trovi di fronte ad un bugiardo patologico, mentire è un’attività piuttosto stressante e chi lo sta facendo non vede l’ora di “scappare”. Per questo motivo i bugiardi hanno molto spesso i piedi indirizzati verso una qualche via di uscita. Se pensi di essere di fronte ad una reincarnazione di Pinocchio, dai uno sguardo ai suoi piedi.
Cerca di creare una barriera con l’interlocutore. I “racconta balle” sbattono le palpebre con una maggior frequenza, abbassano il loro tono di voce oppure… cercano in tutti i modi di creare una barriera tra sé e i propri interlocutori, magari frapponendo degli oggetti. Il loro obiettivo è quello di costruirsi una sorta di fortezza e schermaglia virtuali.
Naturalmente un singolo segnale o comportamento non è mai una prova conclusiva di una menzogna, ma se durante una discussione riesci ad individuare numerosi di questi indizi, ci sono alte probabilità di essere di fronte ad un bugiardo patentato! Ergo, miei cari menzogneri, non avete più chance di difendervi. Arrendetevi e... giù la maschera!
Comments