4/10/2015: allo stadio Artemio Franchi si gioca Fiorentina-Atalanta e finisce 3-0 per noi. Segnano Ilicic (aia), Borja Valero e l’irreprensibile Verdù, e i viola di Paulo Sousa dopo 7 giornate di campionato sono primi da soli. A fine stagione la Fiorentina arriverà quinta e l’Atalanta tredicesima. Ahimè, quanto tempo è passato. Da allora i viola non hanno fatto altro che peggiorare e i bergamaschi idealmente hanno preso il nostro posto nel calcio che conta, diventando la squadra col miglior gioco del campionato, mentre noi, nonostante i dollari americani, lottiamo ogni anno per non retrocedere.
Oggi tra le due squadre non c’è partita. Loro sono più forti e a noi basterebbe vedere una squadra di undici giocatori in grado di saper stoppare un pallone; ma anche questo è chiedere troppo. Il primo tempo finisce 2-0 per loro e il risultato è generoso, perché potevano farne di più. Menomale che non si può andare allo stadio, perché non ci meritiamo di assistere a questo scempio: passaggi sbagliati, palloni buttati, giocatori spaventati. Niente di nuovo sotto il sole. Viene il dubbio che il secondo gol loro non sia regolare, per fallo su Vlahovic a inizio azione o un mezzo fuorigioco di Zapata, ma chi ha il coraggio di protestare quando si gioca così?
Nel secondo tempo qualcosa cambia: niente di che eh, loro continuano a dominare, però Dragowski alza un muro di fronte a sé e para tutto. E in dieci minuti riusciamo a pareggiare: prima Biraghi mette un cross decente in area (non ci riusciva dalla stagione 1955/56) spizzato da Caceres per il gol di Vlahovic; poi Kouame si ricorda che a calcio si gioca con la palla, salta l’uomo con un sombrero e l’appoggia al centravanti serbo che la mette dentro. Doppietta di Vlahovic, l’unica soddisfazione di questa stagione (e speriamo che rinnovi il contratto … ).
Non c’è neanche il tempo di festeggiare che subito torniamo sotto: colpo da pallavolista di Martinez Quarta e rigore realizzato da Ilicic. Poi loro ne sbagliano un’altra decina e noi in campo mettiamo solamente tanta confusione. Finisce 2-3 e il senso di sconforto ci pervade ormai completamente. A otto punti dalla zona retrocessione, quando probabilmente ci salveremo per altrui demeriti, vorremmo solo una squadra e una società umili e silenziosi. Sentire Pradè dire nel dopopartita che a questa squadra manca poco e che ce la siamo giocata alla pari con l’Atalanta è un’ulteriore umiliazione che non crediamo di meritarci.
Pietro Mini
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