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Ma cosa rappresenta lo squarcio sulla facciata di Palazzo Strozzi?

Analisi dell’opera d’arte “La Ferita” dell’artista francese JR

Se in questi giorni siete andati a fare un giro nel centro di Firenze, avrete certamente notato la nuova installazione posta sulla facciata di Palazzo Strozzi che sembra aprire uno squarcio al suo interno. L’opera si chiama “La Ferita” ed è stata realizzata dall’artista francese JR. Tutti ne parlano, tutti la condividono ( i post dei vari social di Palazzo Strozzi hanno raggiunto oltre un milione di fan), tutti vanno a vederla. Ma siete sicuri di sapere di cosa parla e cosa rappresenta?


L’artista: JR, trentottenne francese, è uno dei più celebri artisti contemporanei, e come Bansky tiene la propria identità celata. All’inizio del secolo comincia la propria carriera come street artist, tra i tetti di Parigi e i vagoni della metropolitana: la sua tecnica, l’ibridazione tra graffiti writing e collage fotografico, lo renderà celebre in tutto il mondo. Per JR l’arte deve essere accessibile a tutti, per questo ha realizzato diverse mostre illegali nelle vie più povere e trafficate delle grandi metropoli.


L’opera: Realizzata proprio col collage fotografico in bianco e nero tipico dell’artista, è alta 28 metri e larga 33; trasforma la facciata di Palazzo Strozzi in un trompe-l’oeil (rappresentazione che genera l’illusione del reale). L’installazione invita a guardare dentro al palazzo e in generale ad ammirare le bellezze della Firenze rinascimentale. Al suo interno troviamo infatti la riproduzione dei 3 piani del palazzo: il primo e il terzo piano sono fedeli all’originale, e vediamo quindi il colonnato e la biblioteca dell’istituto nazionale di studi sul rinascimento, realmente presenti nel palazzo. Il piano centrale rappresenta invece una magnifica e immaginaria sala con al proprio interno “La nascita di venere” e “La primavera” di Botticelli (che si trovano agli Uffizi) e “Il ratto delle sabine” del Giambologna (loggia dei Lanzi).


Il significato: JR ci mostra ciò che non siamo più abituati a vedere: musei, biblioteche, colonnati, arte. Da più di un anno ormai la cultura si è fermata, insieme a tutto il mondo, e i musei, esclusa qualche sporadica riapertura, sono chiusi e inaccessibili. Il significato dell’opera è molto profondo: è uno squarcio sulla monotona vita quotidiana dettata dai tempi della pandemia, un urlo tra il silenzio e l’indifferenza che ci ricorda la bellezza del mondo in cui viviamo e ciò che siamo in grado di costruire. L’arte non se n’è andata da Firenze, e tornerà più bella che mai. Inoltre la scelta di creare un’opera visibile a chiunque sulla facciata di Palazzo Strozzi è un invito a ritrovare un rapporto diretto tra l’arte e i cittadini. Probabilmente è questo significato che sta alla base del successo di questi giorni, oltre al fatto che, come dichiarato dall’autore, l’opera è realizzata per essere “instagrammabile”, nel senso che alcuni dettagli si vedono meglio in foto che dal vivo, e questo ha spinto fin da subito a condividere l’installazione sui social.


Tra le tante opere site-specific (progettate appositamente per un contesto specifico) che negli ultimi anni sono state esposte a Firenze, questa è certamente la più rappresentativa e una delle più riuscite. Non possiamo che essere contenti che un’opera d’arte sia sulla bocca di tutti, nella speranza che i luoghi di cultura possano riaprire presto e che le istituzioni riescano a far rinascere un dialogo tra la bellezza del centro di Firenze e i suoi cittadini.


Pietro Mini


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