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Il Manuale del Dolore: istruzioni per l’uso

E’ un titolo “simpatico” e farlocco: non esiste un manuale del dolore, non esistono delle istruzioni che sanno curare ciò che senti dentro, non c’è nessuno a formulare una diagnosi basata sul numero di pezzetti del tuo fragile cuore quando ormai si è frantumato. Non esistono delle pillole, in grado di rimetterti a posto ciò che fa male nella parte più nascosta che hai; ti puoi anestetizzare, ma non c'è e mai ci sarà un rimedio della mamma, un intruglio casalingo che possa farti stare bene. Ci sono dolori per i quali si perde completamente la speranza, credi che vedere la luce in fondo al tunnel sia la tua ultima chance e indovina un po'(?), la luce non arriva mai; certe ferite pensi che non vengano curate nemmeno dal tempo, anche se quello alcune volte è inevitabile: pian piano il dolore sbiadirà come una vecchia maglietta di tuo padre e lascerà spazio alla consapevolezza di aver ormai affrontato il peggio, ma rimarrà comunque la cicatrice. Di quelle che dopo anni sono ancora sensibili al tatto. Di quelle che le guardi e ti proiettano nella mente ciò che stato e che sarà, perché indubbiamente hai subito un cambiamento.

Non c'è un manuale che ti spieghi come e cosa combattere, veniamo spediti sulla Terra senza armi, completamente impreparati ad una battaglia che durerà mesi, anni, decenni o fino alla tua fine perché è così, almeno credo io: la felicità e la spensieratezza sono sensazioni che non appartengono all'essere umano, passano a fare un saluto e volano subito via; le assaggi e lasciano quel sapore zuccherino sulla lingua, dolce ma non troppo, così gradevole da volerne ancora ma poi, poi succede che la bocca torna amara, un po' acida. La sostanza zuccherina non c'è più e chissà quando tornerà. Forse è per spronarci a cercarne ancora, forse ci serve per dare sempre il massimo e per raggiungere risultati inimmaginabili; ma quanto costa camminare all’infinito se non sai dove stai andando o quando potrai sederti?

Non esiste un manuale che ti illustri come reagire ad una rottura, ad una perdita o ad un lutto se sei fatto come sei fatto, quindi se sei composto per il 60% di sensibilità anziché di acqua o se semplicemente hai un cuore grande come il mondo; nessuno ti spiega come abbandonare quella città nella quale vorresti passare il resto dei tuoi giorni, o come rompere quel legame che dura da sempre con qualcuno a cui vuoi troppo bene ma che ti ha fatto troppo male. Come ci si sente a dover combattere contro noi stessi? Perché quello facciamo: inconsapevolmente ci remiamo contro, chi si trova nella sala di comando (dando un po’ per scontato che funzioni come ad Inside Out) preme il tasto “stai male per quello che stai passando” e tu, ovviamente, non puoi far altro che assecondare l’ordine.

Il dolore non può essere buttato in un angolino o rinchiuso in una gabbia perché prima o poi farà capolino e tornerà a sommergerti di ansie, non puoi nemmeno sperare che ci sia un incantesimo scritto in quel vecchio libro che riesca a farlo sparire o che ci sia la possibilità di fare come Albus Silente, che estraeva dalla testa dei fili luminosi (i ricordi dolorosi) per lasciarli appassire nelle provette.

Purtroppo non si parla mai abbastanza della possibilità di rivolgersi a dei professionisti che possono aiutarti ad elaborare e a trovare un modo per uscire da quel bozzolo di negatività che ha ricoperto il tuo cuore con una spessa pellicola. Non sono eroi, non sono figure mistiche, ma psicologi e psicoterapeuti che hanno studiato una vita per aiutare chi, come noi, ha le ombre dentro ed il pessimismo cosmico sulle spalle; sforunatamente ancora esiste uno stigma ed un stereotipo legato a queste figure professionali, perché se ti rivolgi a loro sei “pazzo”, “svitato” o in altri modi che comunque rimandano all’instabilità mentale ma non è vero, non è così che funziona: andare da un esperto in materia può alleviare ciò che ti trascini dietro, può aiutarti ad elaborare dei traumi come la violenza, l’abbandono o semplicemente la necessità di sentirti meglio con te stesso e con chi ti circonda.


Non esiste un manuale del dolore anche se ti avrebbe fatto comodo, ma ci sono delle persone che possono darti una mano e che possono aiutarti ad uscire fuori dal buco nero che ti risucchia; sono loro, nella maggior parte dei casi, il nostro lascia passare per ritrovare la sostanza zuccherina.

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