C’è quel periodo dell’anno di un universitario in cui tutti i sensi raggiungono una pace comune. Quel periodo in cui, dopo mesi trascorsi con la testa offuscata da mille pensieri e preoccupazioni, ritorna finalmente il sereno, si possono posare le penne, perché la sessione è finita. Dopo tutto il duro lavoro ci si può finalmente godere una giornata, invece di non vedere l’ora di andare a dormire, perché quello è l’unico momento in cui si può alzare il capo dalla scrivania. Solitamente la fine della sessione invernale coincide con l’inizio delle belle giornate, del primo sole caldo e cielo azzurro senza l’ombra di una nuvola. Quindi quale modo migliore di sfruttare e festeggiare questi giorni compresi fra la fine degli esami e l’inizio del nuovo semestre se non viaggiando? Quest’anno purtroppo abbiamo le mani legate, viaggiare non è una delle alternative migliori, in quanto non figura tra le opzioni, ma a questo punto della pandemia questa mancata libertà sta iniziando a pesare parecchio .L’unica cosa che si può fare nell’attesa della riapertura del mondo è navigare per immagini su internet, fantasticando sulla prossima fuga.
Sono ben note a tutti le classifiche dei posti più visitati al mondo, probabilmente le persone si rifanno a queste per programmare le proprie vacanze, perché più visitato nell’immaginario comune è sinonimo di più bello. Ci sarà un motivo per cui tutti vanno in Francia piuttosto che in Moldavia. Ma non sempre è così , ci sono luoghi poco visitati per diversi motivi, che non hanno niente a che fare con il loro fascino, anzi!
Riferendomi alla lista che l’Organizzazione Mondiale del Turismo ha stilato nel 2019, tempi pre-covid, in opposizione ai 86,9 milioni di turisti che ogni anno si recano in Francia ( primo paese al mondo ) e in Italia, con i suoi 58,3 milioni ( quinto paese), ci sono luoghi che non raggiungono neanche i 10000. La suddetta organizzazione ha steso anche una lista delle Nazioni meno visitate nel 2019. Andando ad analizzare i vari punti dell’elenco, un lettore si aspetterebbe un posto malmesso, poco attraente , con niente da offrire, invece, guardando le foto, c’è da rimanere di stucco. Si tratta di veri e propri angoli di paradiso totalmente incontaminati. Al primo posto della classifica si posizionano le isole di Tuvalu, situate nell’oceano Pacifico, a metà strada tra le Hawaii e il continente Australiano, con i suoi 2000 turisti nell’arco dell’intero 2019, che solitamente sono molti meno, con una media di 1000 visitatori annui. Si tratta di un piccolo arcipelago costituito da 6 atolli e 3 isole coralline.
Le isole più “vicine” sono le Kribati, le Samoa e le Fiji. E’ il secondo paese meno popolato dopo Città del Vaticano e il quarto stato più piccolo del mondo. Fa parte della Polinesia e ha una superficie totale di 26 Km quadrati. Oltre a ciò, detiene anche un altro record, ossia quello di essere la seconda Nazione più bassa del pianeta dopo le Maldive, l’altezza media è infatti di 4,5 metri sul livello del mare. Ha dunque i giorni contati in quanto, a seguito di innalzamento del livello del mare o di fenomeni quali cicloni o uragani, potrebbe essere completamente sommersa .
Ma perché questa destinazione paradisiaca non è molto visitata? Ciò è legato alla difficoltà di raggiungerla. L’unico aeroporto è quello di Funafati, capitale della Nazione ( codice aeroportuale FUN ) , ed è collegato con soli tre voli a settimana da Suma, nelle Fiji. L’unica alternativa sarebbe raggiungere l’arcipelago via mare dalle Fiji in cinque giorni. Ovviamente non c’è bisogno di puntualizzare l’alto costo nonché la durata di un viaggio del genere. Se per ipotesi si volesse partire da Roma, si impiegherebbero minimo due giorni e mezzo in aereo per arrivare, a causa degli innumerevoli scali perché da Tuvalu non ci si passa proprio per caso.
Per muoversi da un’isoletta all’altra conviene affittare delle imbarcazioni private, ma dato che solo Funafuti possiede un porto, è necessario lasciare, nelle altre, la barca a largo e approdare con un’imbarcazione più piccola. Esistono due navi di proprietà dello Stato che effettuano il giro delle isolette fermandosi circa un’oretta circa in ognuna di esse. L’arcipelago non possiede grandi resort, trappole per turisti, negozi e centri benessere. Non ci sono centri urbani, ma solo piccoli villaggi. L’unico hotel si trova a Vaiaku, villaggio capitale . Sembra una di quelle isole su cui una persona arriva per miracolo a bordo di una zattera dopo aver subito un incidente aereo o in nave, come succede nei film.
Detto questo, mi scuso se ho scatenato un’irrefrenabile voglia di svegliarsi su un un’isola deserta sotto una palma, bevendo da una noce di cocco, con l’unica preoccupazione di prendere un’abbronzatura uniforme senza bruciarsi.
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