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Italia e Francia

Sul rapporto tra Francia e Italia


Di recente si è riacceso lo scontro tra i due paesi europei in merito alla gestione delle redistribuzioni dei migranti. Una situazione pressoché analoga si era verificata ai tempi del Governo Conte I, quando Salvini era Ministro dell’Interno e chiudeva i porti mentre l’Italia litigava con l’Unione sulle percentuali legate al PIL.

Ma cosa è successo esattamente?

Durante la cop27, tenutasi in Egitto, la Presidente Meloni e il Presidente Macron si erano accordati per redistribuire i migranti a bordo della nave, appartenente ad una ONG, in procinto di sbarcare. Il tutto doveva essere mantenuto sotto un certo grado di riservatezza; ma poco tempo dopo alcuni tweet del Ministro Salvini, ora alle Infrastrutture, e del Ministro dell’Interno Piantedosi hanno lasciato incautamente intendere che il merito dell’operazione fosse esclusivamente italiano; suscitando così una reazione, peraltro spropositata, da parte del Governo francese.

Cosa dice al riguardo il diritto internazionale?

La Convenzione SAR ha istituito le omonime aree di ricerca e soccorso, correlate a dei centri di coordinamento incaricati di recepire i vari segnali di soccorso. La Convenzione impone anche di far sbarcare i naufraghi, categoria nella quale ben rientrano i migranti interessati dal nostro discorso, in un luogo sicuro; la cui definizione è stata delineata da delle specifiche linee guida elaborate nel 2004.

Quando un paese riceve una richiesta afferente alla propria area di competenza SAR non è obbligato ad autorizzare lo sbarco nei propri porti, ma in alternativa è tenuto ad adoperarsi celermente per far sì che altri stati si occupino dell’accoglienza di coloro i quali sono stati salvati.

Pertanto, tornando al caso di specie, vi sono irregolarità riscontrabili in entrambe le posizioni; poiché, anche se la Francia sarebbe tenuta a collaborare con l’Italia, quest’ultima pretende sia di tener chiusi i propri porti sia di non attivarsi per richiedere il supporto da parte di altri stati affinché intervengano al suo posto.

Il risultato? Un inutile scontro giocato sulla pelle di persone che soffrono e che continueranno a soffrire se nessuno le aiuta concretamente; che si tratti di migranti economici o di guerra o di altre tipologie, giacché un giorno forse ci spiegheranno come si fa a non considerare la fame un’arma costantemente puntata alla testa di chi è costretto a patirla.

Tutto ciò è da considerarsi ancora più grave se si pensa che i protagonisti di questo scempio umanitario sono due paesi, l’Italia e la Francia, che da sempre si proclamano campioni dei valori umanistici e di civiltà; e che in passato hanno accompagnato la società e la storia verso il progresso.

Si pensi all’abolizione della pena di morte e della tortura in Toscana, della quale peraltro si è da poco festeggiata la ricorrenza, all’Illuminismo, al Rinascimento ed all’Umanesimo.

Ed ancora si rifletta sia sui legami che sussistono tra queste due nazioni ed ai contributi positivi di cui si sono rese protagoniste; coi poeti e letterati come Ungaretti, Hugo, D’Annunzio e Apollinaire, i sociologi Durkheim e Pareto, i numerosi Premi Nobel, e questo solo per citare alcuni esempi tra i tanti che potrebbero esser qui menzionati.

V’è però una leggenda metropolitana, o forse un astio inestinguibile, che vuole Francia ed Italia in perenne contrasto; come se non si ricordasse che fu l’opera di Cavour e di Napoleone III a consentire, volenti o nolenti, l’unificazione italiana. Come se si dimenticasse il reciproco legame linguistico e culturale che da sempre ci unisce.

Come se non ci si accorgesse che il destino dei due stati consiste nel perpetuare la propria alleanza, portatrice di enormi vantaggi strategici sia in Europa che nel Mediterraneo allargato. Alleanza che era stata finalmente sancita dal Trattato del Quirinale poco tempo addietro.

Basterebbe riscoprire le proprie origini, e magari ricorrere ad un minimo di buonsenso.


Leonardo Lucchesi


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