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L'angolo di Apollo: dai Canova a MOBRICI

Aggiornamento: 26 nov 2021

La terza strofa della canzone “La fine” di MOBRICI recita così:


“Ma cosa ci dobbiamo fare

Se nella vita l'amore finisce

Credo che l’accettazione

Sia il migliore trucco

Per vivere in tranquillità”


Avete mai avuto quella sensazione che porta solo la fine? O comunque che stesse arrivando, la fine stessa. Di qualcosa che ormai non può più essere utilizzato, del rapporto con una o più persone; rispondo io per voi: certo che sì, capita tutti i giorni, dall’ultima fetta di torta alle scarpe che ormai non puoi più usare, ma erano quelle scarpe che hai comprato a Londra, te le ricordi? Quante avventure.

Quante avventure, quante emozioni sono state vissute da Matteo Mobrici, MOBRICI in arte, cantautore italiano (milanese, per esser più precisi), che ha intrapreso da poco la sua carriera da solista dopo 7 incredibili anni in cui è stato il frontman dei Canova, gruppo che ci ha fatti urlare, ridere, piangere e cantare a squarciagola; ci hanno fatto vivere una vagonata di emozioni, che fossero quelle che volevano trasmetterci o che fossero quelle che abbiamo tradotto noi dalla loro musica, non ha importanza. Il viaggio dei Canova, purtroppo, è terminato quasi un anno fa, ricordo ancora il momento preciso in cui ho letto di loro su Instagram: era un afoso pomeriggio di luglio, stavo andando a lavoro e per l’appunto stavo ascoltando una loro canzone, una delle ultime uscite, “Lento Violento”, non una delle migliori secondo me, ma riesce a metterti una certa carica allegra nell’animo; stavo per passare il cavalcavia di Campo di Marte, quando ho visto il loro post:


“è stata una bellissima storia d’amore siamo cresciuti insieme passando anni meravigliosi, dai garage ai grandi palchi, dal nulla a tutto ed è stato perfetto così. [...] ci vogliamo tanto bene, saremo fratelli per sempre, ma adesso c’è bisogno di un cambiamento nelle nostre vite”.

Lì per lì ti fermi, ci pensi un attimo e ti dici “ma quale cambiamento se ci avete fatto sognare mentre eravate insieme?”; come tutte le cose, come tutti i sogni, come tutti i viaggi, anche i Canova sono arrivati al capolinea e con grande, grandissimo dispiacere, vi abbiamo lasciati andare per spiccare il volo verso qualcosa di ancora più importante per voi.

“La fine” è il terzo brano di MOBRICI, che non solo ti raccoglie da terra con delicatezza e ti porta tra le parole del testo come un astronauta fluttua nell'immensità dello spazio, ma esso trasmette a noi fans (e anche allo scrittore stesso) l’ultimo addio ad una band che ci ha dato tutto quando pensavamo di non avere niente. MOBRICI ha dimostrato, in tutti questi anni, di aver il dono della scrittura: pulita, nostalgica, con un filo di leggerezza dove ne avevamo bisogno e pesante dove era necessario; io penso che molte canzoni redatte da lui siano entrate nel cuore di molti, appunto per questa sua capacità di far trasparire tante emozioni vere messe in relazione all’argomento centrale di questi testi. La musica l’ha sempre incoraggiato ad esprimere al meglio queste sensazioni e credo che abbia aiutato noi a comprenderle, lo considero un vero artista.

Il cantautore è tornato in scena con “20100”, numero che in realtà è il vecchio cap di Milano, abolito nel 2006; anche qua è presente il suo personale ed importante minimo comune multiplo musicale: la nostalgia, la fine di un rapporto, “cosa devo fare per essere notato?”.

Altri brani firmati MOBRICI sono “TVB” e “scende”, scritta e interpretata con il noto Gazzelle, grande amico del nostro cantante; quest’ultima, se devo essere sincera, me l’aspettavo un po’ diversa, un po’ più profonda, non dico di esser rimasta delusa ma penso che le manchi qualcosa, la vedo un po’ spoglia (ovviamente è un parere strettamente personale).

Ho conosciuto MOBRICI alle superiori, sono partita da “Manzarek” che è una storia d’amore molte forte, sono passata per “Threesome” che mi ha fatta divertire e per “14 sigarette” che mi ha fatta riflettere, insieme a “Ho capito che non eravamo”. “Lento violento” mi ha rilassata, “La fine” mi ha distrutta; che fossero canzoni dei Canova o no, MOBRICI, noi ti riconosciamo per l’immenso potenziale che hai




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