Atena è la dèa greca della cultura e della saggezza, colei che diventerà Minerva nella Roma antica. “Cultura” è un termine che ha un’etimologia molto bizzarra e particolare, tanto che vale la pena farne una breve ma dettagliata analisi: solo così infatti, attraverso la vera essenza della cultura, capiremo molte cose su di noi, su chi veramente siamo, ma anche sulle nostre origini. Il termine preso in analisi infatti deriva dal latino “Colere” che, come primo significato, ha “coltivare”, per estendersi poi ad altri verbi come “abbellire" e “adornare”. Ma è veramente pertinente, quello che sembra essere il primo significato di “colere”, con il tema che stiamo trattando in questo articolo? Ci troviamo forse in un orto, dove dobbiamo coltivare qualcosa? Sorprendentemente la risposta è affermativa. Infatti la cultura, e di conseguenza il sapere, potrebbero essere raffigurati con un albero, un albero secolare, anzi un albero infinitamente millenario, che, speriamo, non perirà mai. Ma se la cultura si raffigura con un albero, essa deve avere, logicamente, delle radici, radici che dobbiamo ricercare scavando nei meandri del tempo, fino ad arrivare all'epoca dell'antica Grecia. Questa affermazione potrebbe essere considerata fallace, addirittura ironica ed anche paradossale da molti, che potrebbero obiettare affermando che il greco antico è una lingua morta da secoli, e che insieme ad essa sono morti i testi, e tutti i valori ad essa collegati. Il greco però costituisce imprescindibilmente le radici di questo albero, e noi uomini dobbiamo avere la complessissima missione di essere come la terra, proteggere le radici, dunque preservare il greco antico, e, fondamentalmente provare quel minimo senso di colpa quando affermiamo che questa è una lingua inutile. In che modo è possibile però portare a termine questa missione, che appare impossibile (non è per citare quel famosissimo film eh)? La risposta è molto semplice, e riassumibile in una sola e limpida parola: attraverso lo STUDIO, e la lettura dei testi. Infatti, chi saremmo noi, se non conoscessimo questi nostri antenati, che tanto ci hanno donato, a partire dalle basi del nostro alfabeto? Cosa ne sarebbe del nostro teatro, del nostro diritto, della nostra letteratura, se avessimo fatto diventar cenere le testimonianze di coloro che vengono considerati da molti “morti e sepolti”? Ma invece di continuare con queste "polemiche", torniamo al succo della nostra argomentazione, che dobbiamo necessariamente introdurre con una domanda spontanea. Da dove parte allora la cultura greca? Oppure, detto in altre parole, da dove studiavano i ragazzi dell’epoca? Quali erano i loro libri di scuola? Tutti questi interrogativi hanno una sola risposta, dalla quale deriva quasi tutta la letteratura greca successiva: il vero maestro dei Greci è Omero. Ma forse Omero è l’uomo anziano rappresentato con la barba, prototipo del saggio? Su questa domanda gli studiosi si sono da sempre interrogati, ma si sta arrivando, quasi definitivamente, alla conclusione che Omero sia l'insieme di idee, miti, che i Greci, in maniera geniale e originale, hanno voluto attribuire ad un autore, che dunque diventa "immaginario". Vediamo più da vicino uno di questi due libri, che fu "manuale scolastico” per molti ragazzi dell’epoca, e che si inserisce come radice della cultura occidentale: si tratta dell'Odissea, considerato un poema epico. Esso è formato da 24 canti, che contengono al loro interno molte tematiche, molti esempi di umanità, nonché infiniti spunti di riflessione per la società moderna. In questo “libro” troviamo la disumanità, l’ignoranza, potremmo dire l’assenza di cultura, incarnata dal celeberrimo mostro Polifemo, che vive in una caverna in quell’isola fuori dal mondo, facendo dei bisogni primari l’unica motivazione di vita. In questo poema, infine, possiamo vedere un primo accenno di regno dei morti, per citare e celebrare Dante, in questo anno che rappresenta il VII centenario della sua morte. Odisseo infatti è il primo che ha un incontro ravvicinato con le anime dei defunti, con le quali riesce addirittura a parlare. In conclusione l’Odissea è una pietra miliare della letteratura di ogni tempo, che tutti dovrebbero leggere per capire da dove nasce veramente la cultura, e che, anche se Omero può sembrare un qualcosa di estremamente antico ed estraneo, esso costituisce le nostre radici, venendo così ad essere clamorosamente moderno.
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