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giuliavernarecci

Nuovo "sofagate" per Ursula von der Leyen


"Il ministro degli Esteri ugandese Abubakhar Jeje Odongo sembra ignorare la Presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen durante un ricevimento ufficiale a Bruxelles". Esordisce così su Twitter l'agenzia di stampa britannica Reuters in seguito a quanto accaduto giovedì al vertice UE-Africa per le relazioni e le strategie comuni con i Paesi africani quando, come già accaduto lo scorso aprile ad Ankara, la figura di vertice dell'esecutivo europeo è stata nuovamente ignorata da un leader politico.


Odongo, infatti, al momento dell'accoglienza ufficiale al summit, ignora deliberatamente la Presidentessa von der Leyen per dirigersi verso Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, ed Emmanuel Macron, che in questo semestre è presidente del Consiglio dell’Unione Europea, ai quali riserva, invece, una calorosa stretta di mano. I quattro posano per la foto di rito, Michel ridacchia imbarazzato e solo prima di congedare il ministro ugandese, Macron accenna alla presidentessa invitando Odongo a porgerle il rispetto che merita. Ma di nuovo il ministro mostra a malapena qualche parola e, forse, un sorriso, ma non accenna a un saluto formale o a una stretta di mano come, invece, ha riservato ai suoi colleghi uomini.


Ad aprile 2021, la von der Leyen era stata esclusa e privata di una sedia durante un incontro politico con il presidente turco Erdoğan e lo stesso presidente del Consiglio Europeo Michel che era andato a sedersi nell'unica sedia accanto a quella di Erdoğan mentre la Presidentessa della Commissione era stata invitata ad accomodarsi sul divano laterale, in posizione secondaria, davanti al ministro degli Esteri turco Mevlut Çavuşoğlu.


Ursula von der Leyen è la prima presidente donna della Commissione Europea ed è succeduta a Jean-Claude Juncker, lussemburghese, in carica dal 2014 al 2019. È stata ministra in tutti i governi presieduti da Angela Merkel ed eletta dal Parlamento Europeo su designazione del Consiglio alla presidenza della Commissione con 383 voti favorevoli, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla. La Turchia di Erdoğan, invece, a marzo 2021 è uscita dalla Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, mentre l'Uganda, nonostante riconosca in costituzione pieni diritti alla popolazione femminile e nonostante gli sforzi degli ultimi anni per eliminare le discriminazioni di genere, persevera in pratiche tradizionali e in una narrativa patriarcale che sovrappone l’identità femminile a quella della moglie ubbidiente e virtuosa relegano le donne in una posizione subordinata.


Senza lanciarci in accuse sessiste senza averne basi certe, diciamo che non è chiaro il motivo del comportamento del ministro: magari era confuso, disorientato e non a conoscenza del fatto che Ursula von der Leyen ricopre attualmente la terza carica più importante dell'Unione Europea. O magari no, magari il suo è stato niente più che un gesto maleducato e sessista. Fatto sta che, quale che sia la ragione, siamo di nuovo di fronte all'ennesimo episodio in cui un uomo politico ignora una donna al potere che, evidentemente, considera un'intrusa indegna della sua carica. Dopo il "sofagate" con Erdoğan, la von der Leyen aveva dichiarato: "In visita in Turchia due settimane fa mi aspettavo di essere trattata come presidente della Commissione ma non è stato così. Non riesco a trovare alcuna giustificazione nei Trattati europei per il modo in cui sono stata trattata. Quindi, devo concludere, è successo perché sono una donna".


E purtroppo dobbiamo ammettere di essere d'accordo con lei.

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