Le Olimpiadi 2022, svoltesi in Cina, a Pechino, ci hanno sicuramente fornito materiali sui quali fondare interessanti riflessioni.
Indubbiamente, tra podi e medaglie varie, è impossibile non porre la nostra attenzione anche su un fatto più infelice, quello che vede come protagonista Kamila Valieva, classe 2006, che a soli sedici anni, con la veste di pattinatrice artistica più forte della sua generazione, viene eletta come la favorita della disciplina per le Olimpiadi invernali di Pechino.
Fin qui sembrerebbe essere una bella, bellissima vicenda. Tuttavia, la tragicità ha avuto inizio il 25 Dicembre scorso, quando la ragazza è stata sottoposta ad un test anti-doping, il cui risultato è stato comunicato solo nella prima settimana di Febbraio, dopo alcune gare felici, una delle quali è stata condotta il 7 Febbraio, Kamilla avrebbe dovuto vincere un oro olimpico nell'evento misto del pattinaggio artistico, accreditandosi, per aggiunta, il primato di aver eseguito un salto quadruplo in ambito olimpico.
L'8 Febbraio può essere considerato l'inizio del triste epilogo della giovane atleta, giorno in cui è stata comunicata la sua positività alla trimetazidina, farmaco stimolanteutilizzato per curare l'angina pectoris (malattia cardiaca), e per l'azione anti ischemica, migliorando così la prestazione dell'atleta, ma peggiorando le condizioni della sua salute, salute di una ragazza del tutto sana.
Ovviamente questa non è la prima volta che tale sostanza viene utilizzata, poiché altri atleti ne hanno fatto uso, ad esempio il nuotatore cinese Sun Yang, specializzato nelle lunghe e medie distanze, vincitore dei 1500 e 400 metri stile libero nelle Olimpiadi Londra 2012 e i 200 metri stile libero nelle Olimpiadi Rio de Janeiro 2016.
Tuttavia da questa accusa, l'atleta, sostenuta dalla Russia, avrebbe affermato di aver preso un sorso d'acqua dal bicchiere del nonno, che stava prendendo una medicina, testimoniata dalla madre, pronta a fornirne la ricetta.
è però l’USADA ad affermare, dopo aver letto le carte dell'udienza russa, che Nel campione di urine sono emerse altre inquietanti testimonianze: infatti, dal campione analizzato dal laboratorio di Stoccolma, sarebbero risultate altre due sostanze, che rendono la vicenda ancora più inquietante: L-carnitina e l'hypoxen, entrambe sostanze dopanti che danno energia e migliorano la forza durante la gara.
Ma come si è conclusa questa triste, e forse ancora molto misteriosa faccenda?
Ovviamente Kamila, trattandosi di categoria protetta a causa della sua giovane età, il 17 Febbraio ha potuto condurre la sua gara individuale, gara pesante e faticosa, fatta di sbagli e cadute, che hanno portato a classificare, quella che pareva l'indiscussa eroina del pattinaggio artistico, capace anche di poter sostenere una gara a livello maschile, a raggiungere soltanto il quarto posto, venendo così accusata, tra gli altri, dalla sua allenatrice per il proprio insuccesso.
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