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Immagine del redattoreIlaria Galluccio

Pietre d’Inciampo: un mosaico per commemorare le vittime dell’Olocausto

Aggiornamento: 17 nov 2020


Le pietre d’inciampo sono un progetto monumentale per richiamare alla memoria i deportati nei campi di concentramento e di sterminio durante il periodo del nazismo.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, le popolazioni delle diverse Nazioni hanno deciso di accantonare il genocidio degli ebrei e delle molteplici minoranze etniche e sociali (i rom, i polacchi, gli ucraini, i bielorussi, gli jugoslavi, gli omosessuali, gli oppositori politici e militari, i testimoni di Geova, gli asociali e i disabili), per concentrarsi sulla riorganizzazione sociale, politica ed economica della società.

Solamente a partire dalla caduta del muro di Berlino nel 1989, che vedeva la Germania suddivisa in due schieramenti politici: Germania Ovest (Repubblica Federale Tedesca) sotto il dominio americano la cui politica si basava sul capitalismo e Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca) soggetta alla supremazia del socialismo sovietico, si iniziò a parlare della storicizzazione degli eventi trascorsi durante la Guerra e della responsabilità dei tedeschi sull’accaduto.

Vennero costruiti svariati musei nei territori europei e non, definiti “luoghi di memoria” per sollecitare l’interesse e la curiosità della popolazione all’informazione.

Il risveglio alla cultura nel popolo contribuisce non solo alla realizzazione dettagliata dei “luoghi del ricordo”ma anche al valore delle testimonianze orali dei sopravvissuti o scritte come fece ad esempio Primo Levi.

Le pietre d’inciampo, Stolpersteine, in tedesco, sono un’opera commemorativa idealizzata dall’artista tedesco Gunter Demnig.

L’idea del progetto si sviluppa durante un episodio nella Colonia nel 1990, quando un cittadino negazionista contesta la veridicità della deportazione nel 1940 di 1000 sinti della città renana, in occasione dell’installazione di un’opera scultorea per rimembrarne la persecuzione.

Da qual momento in poi Gunter Demnig si occupa di costruire il più grande monumento in Europa, attraverso l’installazione delle “Pietre di inciampo”, un piccolo blocco quadrato di pietra (10x10) rivestito di ottone lucente e posto davanti la porta dell’abitazione nella quale ebbe l’ultima residenza ogni vittima dell’Olocausto.

L’opera ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.

Da quelle case sono stati prelevati senza poter dire addio ai loro cari, costretti a morire insieme a persone sconosciute in fosse comuni per essere dimenticati.

Perciò questi monumenti artistici vogliono ridare alle vittime la giusta importanza perduta, l’identità.

In Europa sono state istallate già oltre 70.000 Pietre di Inciampo.

Sono presenti in circa 2.000 città europee:

· Austria;

· Belgio;

· Croazia;

· Francia;

· Germania;

· Grecia;

· Italia;

· Lituania;

· Lussemburgo;

· Norvegia;

· Olanda;

· Polonia;

· Repubblica Ceca;

· Romania;

· Russia;

· Slovacchia;

· Slovenia;

· Spagna;

· Svizzera;

· Ucraina;

· Ungheria.

La realizzazione di queste pietre viene fatta a mano dall’artista tedesco e il cui costo ammonterebbe a 100 euro.

La lavorazione di ogni pietra è sovvenzionata da donazioni individuali o raccolte fondi per mantenere viva l’essenza del ricordo.

La richiesta di installare le pietre arriva dai familiari o amici delle vittime, con l’autorizzazione del municipio.

Purtroppo, in alcuni casi ci sono state delle proteste dagli abitanti dei palazzi davanti a cui venivano poste le pietre.

A Monaco di Baviera, ad esempio, la comunità ebraica ha ottenuto il divieto di installare le pietre d’inciampo nella città, ritenendo che calpestarle possa essere un’offesa alla memoria dei defunti e ricorderebbero troppo quando i nazisti usavano le lapidi degli ebrei per pavimentare i marciapiedi.

Impariamo a riflettere dai nostri errori e a vigilare perché ciò che è accaduto non si ripeta.


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