Approfondiamo insieme ai ragazzi di CSX il tema delle tasse sugli assorbenti, affrontato anche sulla loro pagina instagram!
Come noto, nel nostro Paese al momento sono riconosciute e applicabili l’aliquota ordinaria del 22% e due aliquote ridotte pari al 10% e al 4% per beni di prima necessità e di funzione sociale. Ad oggi è possibile rilevare che il materiale igienico sanitario femminile vede applicata l’IVA in percentuale massima, nonostante la sua natura di bene di prima necessità.
In Europa, diversi Stati quali la Scozia, la Francia e la Spagna si sono già adoperati, o stanno avviando le procedure, per assicurare l’approvvigionamento gratuito nelle scuole degli assorbenti, al fine di rimediare a quello che viene definito “period poverty”, fenomeno che causa l’assenteismo delle studentesse con meno risorse economiche dalle attività scolastiche, per impossibilità di acquistare gli assorbenti igienici. Ovvero, nei suddetti Stati l’elevato costo dei prodotti igienico sanitari femminili è stato fortemente contestato sotto il profilo della relativa tassazione, dando il via ad interventi legislativi di riduzione delle aliquote applicate a tali beni.
In Italia, l’Università degli Studi di Milano è riuscita a far installare dei distributori di materiale igienico nelle sedi dell’Ateneo alla luce del sopra citato scenario nazionale e internazionale. Noi di CSX Firenze vogliamo seguire questo esempio per aiutare le nostre colleghe e tutte le donne – o chiunque abbia il ciclo nonostante non si senta rappresentat* dal termine “donna” – che lavorano in Ateneo. Far contribuire l’Università al pagamento degli assorbenti e del materiale igienico tassato al 22% darebbe anche un segnale politico di cui ci vogliamo fare portavoce. Avere il ciclo non è un lusso e per questo il materiale igienico necessario non dovrebbe essere tassato.
L’ Università degli Studi di Firenze non fornisce dati precisi sulla presenza di studentesse al suo interno ma considerando che l’Ateneo fiorentino ha circa 50.000 studenti iscritti (dato risalente al 2016), si possono considerare i dati forniti dall’Università di Pisa - che ha un numero di iscritti più o meno equivalente. È allora possibile dedurre il numero di studentesse all’interno dell’università, che si aggira intorno a 23.400. Quasi la metà del numero di iscritti totali, numero cha aumenta considerando le professoresse e le tante altre lavoratrici. È importante prendere in considerazione questo dato per capire la reale necessità del servizio e per poter poi ripartire correttamente i distributori ed evitarne il sottoutilizzo, oppure la scarsità, che si genererebbe eccedendo la capacità di ogni distributore.
Capita spesso che una ragazza si scordi di mettere un assorbente in più nella borsa, e nel momento del bisogno è quindi costretta a chiedere ad amiche, college o sconosciute. In questi casi si fa vedere ancora di più la solidarietà femminile, perché nonostante gli assorbenti siano spesso costosi, ci saranno sempre altre donne disposte ad aiutare. Questa è l’idea che sta dietro anche alle scatoline che vediamo spesso nei bagni dove si può prendere un assorbente quando ce n’è bisogno e lasciarne un quando si può. Ma non basta.
Noi di CSX Firenze crediamo che questo non sia abbastanza, il sostegno tra donne non è sufficiente quando si tratta di beni di prima necessità. L’IVA sui materiali sanitari igienici femminili deve essere abbassata, o addirittura eliminata, e per questo l’Università pubblica deve farsi carico di questa spesa per fornire un servizio alle studentesse e alle persone che vivono in Ateneo e possono aver bisogno di questi materiali.
Per tutte le ragioni sopra citate e visto che CSX è un’associazione che abbraccia il femminismo, abbiamo chiesto all’Università degli Studi di Firenze di installare dei distributori di assorbenti nei bagni delle sedi, per contribuire al pagamento dell’imposta applicata ai materiali igienici sanitari femminili e affinché questa venga ridotta o cancellata del tutto. Lo scorso mese abbiamo presentato alla Direttrice Generale la nostra proposta e sarà avviata un’istruttoria per raggiungere il nostro obiettivo e rendere l’Università un luogo ancora più inclusivo.
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