Vi sarete accorti negli anni che ,nel linguaggio quotidiano, vengono usati in modo molto improprio i termini di quantizzazione del tempo, che abbiamo assunto più come modi di dire che per indicare una quantità ben precisa. Basti pensare al fatto che siamo soliti usare espressioni quali “un’epoca fa” , “vent’anni fa” o “una vita fa” per indicare fatti avvenuti il mese scorso, mentre usiamo l’espressione “l’altro giorno” per riferirci ad un episodio risalente all’età di otto anni, che riusciamo a ricordare solo grazie a delle foto sulla mensola in soggiorno. Per quanto riguarda i brevi lassi di tempo, invece, le espressioni più comuni sono: attimo, momento, istante e quant’altro. Anche queste hanno durata molto soggettiva e si utilizzano più che altro come modi di dire nel parlato. “Fammi felice per un momento di tempo” scriveva Leopardi nelle operette morali. Noi poeti moderni invece usiamo il termine per rimpicciolire il tempo che in realtà impiegheremo a fare qualcosa, in modo da rassicurare una seconda persona. La frase più celebre che incarna perfettamente questo caso è : “ci metto un attimo a prepararmi, tu intanto parti”. Oppure viene utilizzato per riferirci allo stato d’animo di una precisa coordinata spazio-temporale della nostra vita, ad esempio una certa situazione che ci ha fatto provare felicità o angoscia.
Ma vi siete mai interrogati sul significato di “momento” ad esempio? Qual è la sua vera durata? Se un amico vi dice “scendo tra un momento”, quanto dovete aspettare prima di sfondarlo di chiamate? Oppure, se dite a vostra mamma “ lo faccio tra un momento” dopo quanto lei sarebbe tecnicamente autorizzata a tirarvi una ciabatta dietro?
Innanzitutto occorre sottolineare che deriva dal latino “momentum” , che vuol dire muovere. Si riferiva infatti al piccolo peso che faceva muovere e inclinare l’asse della bilancia, e da qui assunse il significato di piccola suddivisione di tempo.
Il momento era un’unità di misura usata nel medioevo e corrispondeva a un quarantesimo dell’ora solare, la quale a sua volta era un dodicesimo del dì ( intervallo compreso fra alba e tramonto). Dato che questo lasso di tempo era molto variabile con il susseguirsi delle stagioni, l’ora solare non aveva una durata fissa, ma approssimativamente, la sua dodicesima parte corrispondeva a 90 secondi. Dunque, questo termine a cui si associa una durata che può andare da mezz’ora a due secondi, in realtà è un’entità ben precisa alquanto sconosciuta. Anche se questo articolo vi svelerà il mistero che si cela dietro a tale parola, nessuno riuscirà mai a sradicare l’uso improprio del termine nel linguaggio parlato.
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