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Sanremo è Sanremo

Fino all’anno scorso, in Italia, come ogni anno che si rispetti, nei primi giorni del mese di Febbraio, le radio italiane erano solite trasmettere insistentemente le canzoni presentate al Festival di Sanremo. Dal 1951, ogni anno, nella città ligure di Sanremo, si tiene il Festival della Canzone Italiana al quale hanno preso parte come concorrenti gran parte dei volti più noti del panorama musicale del nostro paese. Il festival consiste in una competizione di brani selezionati da un'apposita commissione nei mesi immediatamente precedenti al suo svolgimento. Ogni canzone deve essere composta da autori italiani con testo in italiano oppure nelle varie lingue regionali ed è fondamentale che vengano interpretati in prima assoluta, quindi non devono mai essere eseguiti pubblicamente prima del Festival, pena la squalifica. Il compito di votare, spetta alle giurie scelte e al pubblico dei telespettatori, i quali possono votare sotto forma di televoto. Vengono proclamati e premiati i tre brani più votati della sezione principale, denominata solitamente degli interpreti Big e quella degli esecutori meno conosciuti, detta generalmente Nuove Proposte o Giovani. Inoltre vengono assegnati anche altri riconoscimenti speciali, fra cui il noto Premio della Critica, creato dalla stampa a partire dal 1982 per premiare la qualità del brano di Mia Martini “E non finisce mica il cielo”, intitolato alla stessa dopo la sua scomparsa, a partire dal 1996.

Originariamente, la sede dell’ evento era il salone delle feste del Casinò di Sanremo, mentre dal 1977 invece, il festival si svolge presso il Teatro Ariston della città.


Teatro Ariston di Sanremo

Mia Martini

Inizialmente gli artisti si esibivano in playback, ma nell’edizione del 1985 Claudio Baglioni ricevette il premio "canzone del secolo" poiché decise di esibirsi in live. Dopo quest'ultima si decise che tutti i cantanti avrebbero dovuto esibirsi facendo a meno del playback. Il Festival di Sanremo rappresenta l’evento simbolo del il panorama musicale italiano e non è necessario essere dei critici musicali per appassionarsi ad esso. Tutti gli italiani, chi più chi meno, seguono lo spettacolo in diretta e oltre ai giudizi sui vari brani, non si risparmiano commenti su qualsiasi altro dettaglio, dai fiori scelti come ornamenti agli outfit dei cantanti.

Se l'anno scorso uno dei pochi eventi scampati alla pandemia è stato proprio Sanremo, quest’anno anch’esso ne è rimasto vittima, anche se potremmo dire “solo a metà”. Dopo innumerevoli mormorii e animate polemiche, si è deciso che il Festival si terrà comunque, anche se purtroppo sarà necessario fare a meno del pubblico in platea. Pur con qualche settimana di ritardo rispetto a come si era soliti negli ultimi anni, la settantunesima edizione è salva ed avrà luogo a partire dal 2 Marzo. Per il secondo anno consecutivo, il conduttore sarà Amadeus, affiancato nuovamente da Fiorello e da diverse co-conduttrici. In seguito alla ventata d’aria rivoluzionaria portata lo scorso anno come concorrente, Achille Lauro sarà ospite fisso nel corso delle cinque serate e a proposito di novità, la presenza di diversi concorrenti appartenenti al movimento indipendente (o più comunemente Indie), molto apprezzata dal pubblico giovanile, non passa inosservata.


Fiorello, Diodato (vincitore del 2020), Amadeus

Sanremo è Sanremo. Che sia per abitudine o per tradizione, ogni anno riesce ad attirare l'attenzione di moltissimi spettatori, complici anche i numerosi ospiti che attraverso interpretazioni o testimonianze costituiscono un enorme valore aggiunto al resto dello spettacolo. Nonostante tutto ciò, è doveroso considerare il fatto che negli ultimi anni, l'interesse da parte delle generazioni più giovani nei confronti del festival sia notevolmente calato e se ne identifica la causa principale nella nascita di molti nuovi generi musicali ampiamente diffusi tra i giovani e raramente presenti negli ultimi festival. Le generazioni cambiano, così come il panorama musicale, ma il fatto che determinati cantanti siano ormai parte consolidata della storia della musica italiana, non significa che gli orizzonti musicali del nostro paese non possano ampliarsi e rinnovarsi.

Molti dicono che quest'anno assisteremo al festival del cambiamento. Chi può dirlo? Vivremo e vedremo.



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