La neve sembra perfetta, né ghiacciata, né farinosa. È una di quelle mattine dal cielo terso, in cui l’aria limpida e fresca lascia spazio ad un tepore avvolgente verso l’ora di pranzo. Se non fosse per qualche abete che oscilla lievemente mosso dal vento, si direbbe di essere finiti in una cartolina. Le webcam posizionate nei vari comprensori sciistici delle Alpi ci restituiscono immagini di montagne desolate, uniche testimoni degli spettacolari paesaggi innevati.
Dpcm dopo Dpcm l’apertura degli impianti sciistici è slittata sempre più lontano e anche se ora la dead line pare essersi assestata sul 15 febbraio, i progetti di eventuali settimane bianche sono sfumati da molto prima per la maggior parte degli italiani. Rimanere bloccati in una cabinovia circondati dalle esalazioni a nuvoletta di una decina di sciatori ora come ora parrebbe la trama di un film horror. Lo stop, più che comprensibile, del turismo invernale, sta minando pesantemente la tenuta economica delle comunità montane, scatenando la rabbia degli operatori e il risentimento degli sciatori. Gli unici per cui la neve può essere battuta sono gli atleti impegnati in gare di discese. Per tutti gli altri gli sci rimarranno in cantina ancora per un po’.
Restrizioni o no, arriva sempre un momento nel corso dell’anno, tra febbraio e marzo, in cui ammirare un paesaggio naturale per molti diviene un bisogno sempre più impellente. A soffrire di tale necessità sono i tipici sciatori in astinenza. Si trascinano per le strade della città in attesa di camminare nella neve fresca, facendo il conto alla rovescia per l’inizio della settimana bianca. Si riconoscono dallo sguardo, stufo di captare l’immagine della solita strada asfaltata e delle solite insegne pubblicitarie affisse nella via di casa. Quando finalmente arriva il momento di fare le valigie e vedono la città rimpicciolirsi alle loro spalle la magia ha inizio: la mente comincia a collezionare istantanee di paesaggi da conservare nella memoria e rispolverare nei momenti di nostalgia, gli occhi si riempiono di meraviglia. Dagli alberi carichi di neve e i ruscelli ghiacciati lungo la strada per il nord, al panorama a 360° di tutto il comprensorio ammirabile dalla vetta più alta: gli scenari di montagna -è il caso di dirlo- sono imbattibili. Che si vada sulle Alpi o sugli Appennini è sempre la natura a fare da padrona. Incontaminata, pura e sorprendente. Spesso i paesaggi più suggestivi sono anche quelli più difficili da raggiungere. Lo sciatore medio ormai ne è a conoscenza, solo con gli sci ai piedi e dopo una serie di cabinovie è possibile avere una visione dall’alto delle montagne circostanti. Un panorama sconfinato, che per la sua estensione è capace di infondere nel cuore un senso di piccolezza nei confronti della natura. Questi paesaggi hanno il potere di farci stupire -una meraviglia che sa quasi di estetica del Sublime- ma soprattutto il potere di ristabilire l’ordine delle cose: prima la natura, immensa e padrona, poi l’uomo, puntino impercettibile tenuto al rispetto di questo tutto a lui preesistente.
Ma non è solo il desiderio di contemplare la bellezza a spingere il nostro sciatore a indossare strati di magliette termiche e pile e a presentarsi alle 8 di mattina con -10° all’apertura degli impianti. In quelle settimane di febbraio il tipico sciatore in astinenza sente mancanza non solo della vista di abeti innevati, ma anche, e soprattutto, di tutte quelle sensazioni legate al mondo dello sci. Mentre svolge gli esercizi della famosa presciistica – la leggenda narra che sia fondamentale prima di lanciarsi per le piste- lamenta nostalgia per la sensazione della neve fresca e compatta sotto gli sci, per l’adrenalina della velocità, per il senso di libertà che prova quando le piste sono vuote, per la soddisfazione di fine giornata. Mancanza che si fa sentire è anche quella per gli imprevisti. Tra questi lo sciatore medio riporta a titolo esemplificativo il calare della nebbia che può creare uno spaesamento tale da far perdere l’orientamento, le cadute, dalle più innocue alle più gravi e le condizioni della neve che se pessime possono mettere in difficoltà anche i più esperti. Proprio questi eventi imprevedibili diventeranno i migliori racconti, rivogati ad ogni cena in famiglia o tra amici, ogni volta con nuovi particolari, dai contorni sempre più eroici e leggendari. Quasi quasi ha nostalgia anche di tutti gli aspetti più faticosi della montagna come i lividi sulle gambe per non aver ancora imparato a portare correttamente gli sci in spalla o il corpo a corpo con gli scarponi per stringerli adeguatamente. In queste occasioni il tipico sciatore dubita della sua passione, si ritrova a chiedersi “chi me l’ha fatto fare?”. Poi capisce che quella fatica fa parte del gioco e contribuisce a renderlo più soddisfatto e carico giorno dopo giorno. Oltre a perdersi per le piste, lo sciatore medio apprezza particolarmente il caldo avvolgente dei rifugi dove si rifocilla con grandi piatti di pietanze tutt’altro che leggere – la scusa che a sciare si consuma è per lui una valida alleata. Che siano lo speck, la polenta con la salsiccia, i canederli e le altre specialità tirolesi il reale motivo del suo viaggio? Non ci sarebbe da stupirsene.
Anche quest’anno quel periodo di frenesia delle prime settimane di febbraio si avvicina. Tuttavia, tra tutte le limitazioni a cui siamo stati sottoposti durante gli ultimi mesi, rinunciare alla settimana bianca sembra forse una delle più sopportabili. Che lo voglia o no, nell’incertezza generale, anche lo sciatore in attesa della sua dose di neve dovrà per quest’anno mettere a tacere tutti i suoi sintomi della sindrome da astinenza. Il malessere potrebbe acuirsi dall’8 febbraio, quando verranno trasmessi i mondiali di sci alpino in diretta da Cortina. È possibile che senta ridestarsi i segni dell’antica fiamma e tenti il tutto e per tutto per smuovere gli sci dalla cantina. Poi il peggio sarà passato. Potrà iniziare a pianificare la settimana bianca 2022, con il pensiero rivolto al futuro, ma tenendo sempre aperto ad un lato dello schermo la webcam sulla località sciistica del cuore, scrigno di ricordi delle vacanze passate.
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