Soul è il nuovo lungometraggio animato di casa Disney Pixar, uscito il 25 dicembre su Disney Plus, anche se la sua distribuzione originariamente era pensata per i cinema.
Parto con il dire che stavolta non si tratta di un prodotto per bambini, non siamo di fronte a un cartone come Coco, che ha fatto piangere dall’inizio alla fine.
Questa volta la Disney non va ad “attaccare” una sfera come la famiglia, ma un qualcosa di più concettuale.
Partiamo dall’inizio: la storia parla di Joe Gardner (doppiato in lingua inglese da Jamie Foxx e in italiano da Neri Marcorè), un insegnante di musica, insoddisfatto della propria vita perché il suo sogno più grande è quello di diventare un musicista affermato.
Questa occasione si presenta quando un suo vecchio allievo lo chiama per suonare con uno dei massimi esponenti della musica jazz, Dorothea Williams, riuscendo a superare brillantemente il provino.
Joe, ovviamente eccitato per l’opportunità, dato che si tratterebbe della svolta che stava aspettando, si distrae e cade in un tombino.
Al suo “risveglio” si ritrova incredulo alle porte dell’Oltretomba, per poi ritrovarsi in maniera casuale nell’Antemondo, un luogo dove vengono plasmate le anime dei futuri nascituri.
Qui le anime vengono seguite da entità di nome Jerry, che le formeranno e le porteranno alla scoperta delle loro passioni che avranno sulla Terra.
Joe fa la conoscenza di 22 (doppiata in inglese da Tina Fey e in italiano da Paola Cortellesi), una piccola anima che dopo millenni non ha ancora trovato il proprio scopo nella vita, sicura che non valga la pena vivere tanto per poi andarsene.
Da questo momento stringeranno un accordo per far tornare Joe nel mondo dei vivi e rendere 22 un’anima libera.
Il mio intento però non è quello di esporre tutta la trama, bensì quello di spiegare, o meglio, cercare di spiegare, perché Soul non è un film per bambini.
Il film gira intorno a questa “scintilla”, ovvero che ognuno di noi vive per un obiettivo ben specifico, per Joe per esempio è la musica e senza la quale non riuscirebbe a vivere perché si sentirebbe incompleto.
Ma andando avanti vediamo quanto in realtà fossilizzarci su un determinato scopo sia quanto di più sbagliato, perché questo tenderà ad annullarci, trasformandoci in anime sole e grigie che vagano senza una meta.
Verso la fine del film capiremo infatti che la scintilla non determina lo scopo della vita ma simboleggia l’essere pronti a vivere.
La figura di Joe infatti è il simbolo di quanto un sogno a volte possa accecare e impedire di vedere che la vita è piena di tante piccole cose che meritano di essere vissute.
Detto questo ecco perché Soul non è un film per bambini, dietro nasconde un significato troppo articolato e profondo che un bambino, per fortuna, non riesce ancora a cogliere.
" Da ora in poi cosa farai nella vita? – Ne assaporerò ogni istante!”
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