Ognuno di noi, quando cammina per strada, incrocia gli sguardi delle altre persone con le cuffie all'orecchio o si specchia ad una vetrina, inevitabilmente sceglie di far sua una sorta di "colonna sonora" della propria giornata. Che siamo tristi, arrabbiati, spaventati, metereopatici o quel che ci pare, scegliamo di far nostra una melodia che ci accompagna; che sia per uscire, per farsi la doccia, rassettare la casa o giocare col cane, scegliamo sempre cosa per noi sia più giusto percepire, quali sensazioni cogliere dalla musica.
Quando arrivai a Berlino, dove rimasi per 6 mesi, cambiai radicalmente il modo di percepire la musica ed i suoni che mi circondavano. Era la fine di settembre, un sabato pomeriggio libero dal lavoro, io ed i miei amici ci ritrovammo in uno dei tanti parchi verdi della città pieni di vita: bambini che inseguivano piccioni, cani che rincorrevano frisbee, ragazzi che giocavano a basket e che saltavano da una bancarella all'altra del mercatino dell'usato; noi eravamo lì, seduti sul prato, a raccontare la nostra settimana tra una sigaretta e l'altra, a discutere sul da farsi quella sera, a ridere delle proposte indecenti che uscivano dalle nostre bocche. La nostra amica Gestika, sotto richiesta di non ricordo chi, fece partire "Fluorescent Adolescent" degli Arctic Monkeys. Avete presente la scena finale di Ratatouille, quando il critico gastronomico rivive la propria infanzia per merito di un sapore semplicissimo? Mi sono sentita proprio in quel modo. Ecco, io da quel momento ho totalmente cambiato la mia colonna sonora: se lungo i viali alberati e profumati partiva "Snap out of it", col cielo grigio di novembre mi sentivo in linea con "You're so dark"; se entravo in un mood particolarmente allegro "Why'd you only call me when you're high" o "I bet you look good on the dancefloor". Se sentivo la mancanza di qualcuno, mi rifletto in "Do me a favour" o in "Fireside", le mie preferite in assoluto.
Berlino per me è stato anche un viaggio spirituale oltre ad un'occasione lavorativa e sociale: ho trovato me stessa e forse se non avessi ascoltato questa band sarebbero venute a mancare delle riflessioni che mi hanno aiutata a crescere; tutte le situazioni, belle o brutto, che ho affrontato in quella grigia metropoli, sono andate a braccetto con una loro canzone e mi rendo conto solo adesso di quanto per me siano stati necessari.
Inoltre, voglio pensare che siano stati loro a trovare me: l'idea che la musica possa capire da chi essere ascoltata mi fa star bene, mi eccita.
Ma chi è questo gruppo che tanto mi ha colpito? Gli Arctic Monkeys sono una band indie/rock inglese nata nei primi anni 2000; il loro album di debutto è Whatever people say I am, that's what I'm not, è uscito nel 2006 ed è stato l'album più venduto (e secondo me anche il più rock) nella storia della musica britannica: 300.000 copie in soli cinque giorni. La discografia poi prevede altre 5 raccolte: Favourite worst nightmare (2007), Humbug (2009), Suck it and see (2011), AM (2013, il mio preferito in assoluto) e l'ultimo, Tranquility base hotel & casino (2020); troviamo anche vari EP e due album dal vivo: At the Apollo (2008) e Live at the Royal Albert Hall (2020).
Il gruppo vanta sei Brit Awards, due nomination ai Grammy Awards e la presenza di un grande frontman quale è Alex Turner, che in realtà all'inizio era semplicemente un chitarrista e scoprì le sue doti canore solo nel momento in cui Jones, il cantante, scaricò gli altri; dichiarò che Turner l'aveva addirittura bullizzato per non farlo andare via e che quando si rese conto del suo potenziale non ci credeva, non realizzava quanto soave e piacevole fosse la sua voce. Il nome, invece, è stato scelto da Jamie Cook, il chitarrista. Quest'anno hanno avviato un tour nord-europeo che vede tappe come Bulgaria, Romania, Svizzera e Francia; inutile dire che sto pregando in tutte le lingue che conosco per vederli dal vivo, in Italia.
Non so quanti viaggi (anche mentali) ho fatto in loro compagnia, quanti testi mi hanno lasciato a bocca aperta per le parole usate. Molti conoscono solo le canzoni più popolari, per cui elencherò le mie preferite:
Fireside (AM).
Do me a Favour (F. W. Nightmare).
Piledriver Waltz (Suck it and see).
Meritano una menzione speciale:
Stop the world 'cause I wanna get off with you (EP).
Black Treacle (Suck it and see).
I wanna be yours (AM).
Per concludere, vorrei riportare il ritornello di Fireside, mio fedele compagno di scrittura, che mi ha sempre dato tanto da pensare.
I'm not sure if I should
Show you what I've found
Has it gone for good?
Or is it coming back around?
Isn't it hard to make up your mind?
When you're losing
And your fuse is fireside?
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