Parigi, giorni nostri: Assane Diop è un uomo come tanti altri ma porta con sé un’eredità speciale lasciatagli dal padre, morto 25 anni prima in circostanze misteriose.
La sua eredità è un libro, uno dei tanti romanzi scritti da Maurice Leblanc -”Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo”- e che sarà fonte di ispirazione per lui.
Tutta la serie si concentra sulla ricerca della verità, la verità sulla morte di Babacar Diop, deceduto in circostanze poco chiare in prigione e sembrerebbe anche falsamente accusato.
Il padre lavorava come autista per una delle famiglie più influenti di Parigi, i Pellegrini; un giorno il collier che era appartenuto alla regina di Francia, Maria Antonietta, ora in mano appunto ai Pellegrini scompare e di questo furto viene accusato proprio Babacar, insinuando che le sue origini senegalesi facessero di lui un uomo disonesto.
Il compito che Assan si prefigge è quello di scoprire cosa è realmente accaduto 25 anni prima e per fare ciò si serve delle avventure di Arsenio Lupin, indagando e giocando con rocambolesche trasformazioni.
Ora, la scelta di un attore di colore come protagonista non è presa alla leggera, anzi il tema del razzismo è toccato in maniera non troppo velata.
Assan fa più volte riferimento a “Quelli come noi” e già nel primo episodio è chiaro come soprattutto l’alta società parigina abbia forti pregiudizi e quanto la lotta tra classi sia sempre presente.
Per chi come me è nato negli anni ‘90 si ricorderà sicuramente l’anime su Lupin ( anche se la prima messa in onda risale agli anni 80) e della famosissima sigla cantata da Enzo Draghi; ecco non dobbiamo lasciarci prendere dalla nostalgia perché sicuramente il prodotto del 2020 pubblicato da Netflix è certamente diverso.
Ho sentito pareri discordanti a riguardo, c’è a chi è piace, chi pensa che sia una serie noiosa, ripetitiva e banale.
Personalmente ammetto che non amo i prodotti francesi ma stavolta devo ricredermi perché l’ho trovata piacevole e scorrevole, certo alcune scene forse sono scontate o irrealistiche ma nel complesso si lascia guardare, sicuramente grazie anche alla presenza di Omar Sy (Quasi Amici).
Una delle cose che non ho particolarmente apprezzato invece è stato quello di dividere in due parti la serie, lasciando cosi aperto il finale del quinto episodio (ma questo principalmente perché io sono una curiosona).
Quello che avverrà è a data da destinarsi soprattutto a causa dei problemi legati alla pandemia.
Detto questo mi sento di promuovere Lupin con un 7 restando in attesa della seconda parte.
ความคิดเห็น