15 novembre-Firenze
Ieri, nell’Open di Sofia (Bulgaria), trionfo del tennista altoatesino: sconfitto in 2 ore e 17 minuti il canadese Vasek Pospisil 6-4 3-6 7-6. È il primo torneo vinto in carriera nel circuito maggiore. A 19 anni e 2 mesi, Sinner diventa il più giovane italiano di sempre ad aver archiviato un trofeo in bacheca, abbattendo il record di Claudio Pistolesi di 19 anni e 7 mesi. Adesso è numero 37 del mondo, suo best ranking.
Jannik Sinner è nella storia del tennis tricolore. Al primo appuntamento in una finale, conquista il primo titolo della sua giovanissima carriera, dopo un match al cardiopalma contro il 30enne Vasek Pospisil, numero 74 del mondo (ex n 25). A diciannove anni e due mesi, Sinner è dunque il più giovane italiano di sempre a vincere un titolo ATP. Ma non solo. Tra i grandi del tennis, il nativo di San Candido, in termini di precocità, fa addirittura meglio del campione svizzero Roger Federer, vincitore di un torneo per la prima volta a 19 anni e 3 mesi. Il successo, acciuffato a Sofia, fa di lui il primo 2001 capace di portarsi a casa un trofeo del circuito maggiore. Sinner è inoltre il 26° tennista italiano a vincere un titolo, grazie al quale il totale dei trofei sollevati da tennisti azzurri sale a 68.
IL MATCH
Sinner parte col piede giusto e fin dal primo game mette subito in difficoltà Pospisil. Il canadese chiama in aiuto la prima di servizio per annullare due palle break consecutive e riesce poi a cancellarne una terza, figlia di un chirurgico passante di rovescio dell’italiano. Il nostro portacolori continua a rispondere profondo tramite soluzioni violente e centra il break nel terzo game.
Al momento di confermare il vantaggio, Sinner è impreciso e offre al numero 74 del mondo la chance di tornare in parità. Si salva però con tre servizi vincenti consecutivi e si porta sul 3-1. Dopo il break, il tennista azzurro cala di intensità e lascia correre i turni di risposta per concentrarsi sul proprio servizio. Proprio nei game di battuta però arrivano le maggiori difficoltà per l’italiano che è costretto due volte ai vantaggi, più per demeriti suoi che per una rinnovata offensiva di Pospisil. In ogni caso Sinner si salva senza concedere palle break e, sul 5-4, tiene il servizio a zero. Il primo parziale termina così sul 6-4.
L’inizio del secondo set è molto simile al primo: pronti via, Sinner mette pressione con risposte potenti e precise, che gli portano in dote un break immediato. Subito dopo essere andato in vantaggio, Jannik si scompone nuovamente, stavolta lasciando però il proprio turno di servizio a zero. Il momento no si prolunga, con l’altoatesino che perde sempre più spesso il controllo dei propri colpi e, nel sesto gioco, regala un altro break a Pospisil. Emblematico del suo stato d’animo il gesto con cui lascia mestamente cadere a terra la racchetta dopo aver affossato in rete un comodo rovescio. Rinfrancato da questi inaspettati regali dell’avversario, il nordamericano gioca a braccio sciolto e intasca il secondo parziale col punteggio di 6-3. L’andamento del match sembra dirigersi a favore del trentenne canadese.
E il terzo parziale non parte nei migliori dei modi. Sinner mostra di stare ancora lottando con il suo tennis, nel tentativo di ritrovare fluidità e accuratezza nei colpi: offre subito due palle break all’avversario, ma riesce a portare a casa il primo gioco.
Col passare dei game, il talento azzurro riscopre il suo gioco propositivo ed aggressivo, non riuscendo comunque ad impensierire Pospisil nei suoi turni di battuta. I due procedono quindi spalla a spalla fino al tie-break, degna conclusione di un match così equilibrato.
Ed è nel momento decisivo che la favola diventa realtà. Forte di una tenuta mentale impressionate, degna di un veterano, Sinner fa impazzire per il campo il canadese con colpi devastanti. Ottiene un mini break di vantaggio sul 4-2 e continua a martellare, tenendo un ritmo sostenuto. Il punto del 6-3 è magia ed è il manifesto del tennis del diciannovenne: incisiva prima di servizio, accelerazione di diritto a sventaglio e successivo diritto incrociato, pennellato con un angolo strettissimo, a chiudere. Dopo due ore e diciassette minuti di gioco, Sinner può finalmente alzare le braccia al cielo e iscriversi all’albo dei campioni del tennis italiano.
UNA CRESCITA ESPONENZIALE
La scalata nella classifica generale parte nel 2018, quando Sinner entra nel circuito maggiore. Chiude la stagione da numero 551 del mondo. Inizia a mostrare al mondo le sue qualità nella stagione seguente, nella quale vince le prime partite ATP, si qualifica per la prima volta nel main-draw di uno slam (Us Open) e si toglie lo sfizio di trionfare alle Next Gen ATP Finals di Milano, torneo riservato ai migliori Under 21 del circuito ma ininfluente ai fini della classifica. Tuttavia i successi ottenuti nell’arco dell’annata consentono al baby fenomeno di raggiungere addirittura la 78esima posizione. Il 2020 si rivela l’anno della conferma delle sue potenzialità. Le vittorie sono sempre più assidue, frutto di un’ottima preparazione atletica, di un’invidiabile freddezza mentale e di una tecnica che combina una velocità e un controllo nella rotazione della mano tali da sfornare spesso colpi puliti, potenti e penetranti. Le caratteristiche del suo gioco sono talmente solide per la sua età che Sinner riceve complimenti dal più grande tennista italiano di sempre Adriano Panatta (ex numero 4 del mondo e vincitore del Roland Garros a Parigi nel 1976), che vede nell’astro nascente italiano un giocatore completo, potenzialmente da Top-10. E l’impressione di Panatta pare essere tutt’altro che utopistica. L’altoatesino, infatti, nel corso della stagione, sconfigge ben 3 giocatori che rientrano nei primi dieci del ranking. Arriva agli ottavi agli Internazionali di Roma e ai quarti di finale al Roland Garros, battuto dal re della terra rossa (e futuro campione del torneo) Rafael Nadal, messo comunque in difficoltà dal tennis d’attacco di Jannik. La storia giunge dunque a ieri, giorno del primo (speriamo di molti) titolo in carriera.
IL TALENTO NEL SANGUE
Già da bambino si poteva capire che in Sinner scorreva la vena del campione. Fino a qualche anno fa, però, era difficile ipotizzare che Jannik sarebbe potuto diventare un cliente scomodo per chiunque nel panorama tennistico. Infatti si affacciò nel mondo dello sport, da buon altoatesino, iniziando a praticare sci alpino, fino a prendere parte a gare di slalom gigante e addirittura a diventare campione italiano di categoria all’età di 7 anni. Quindi a 13 la decisione di lasciare gli sci e di impugnare la racchetta. E, visti i risultati di oggi, scelta migliore non poteva essere presa.
La speranza è che il futuro del tennis italiano (e mondiale) possa essere di proprietà di Sinner, la cui voglia di stupire e di imporre il proprio talento, a scapito di fare qualche sgambetto ai veterani, è già nel nome, che, in inglese, significa peccatore. E mi piace pensarla così, che Sinner possa essere, chiaramente in senso metaforico, un “peccatore” che non ha paura di vincere e di dominare col suo gioco, anche a costo di spodestare dal trono i grandi del circuito del tennis. Jannik è il nuovo e la rivoluzione che ci piace vedere nello sport e che speriamo di gustare anche nei prossimi anni a venire.
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