Ciao a tutti! Con un ritardo di una settimana, torno a parlare degli ultimi due episodi di TFATWS, nonché episodi conclusivi di questa serie.
Questo quinto episodio ha come titolo “Verità” ed è lo stesso della serie a fumetti dedicata a Isaiah Bradly.
Ci eravamo lasciati con John Walker che macchia, in tutti i sensi, lo scudo di Captain America e come era prevedibile, viene privato del suo ruolo.
Il personaggio è ovviamente frustrato e arrabbiato, tanto che, nella scena post credit, lo vediamo costruirsi un suo scudo, contenente all’interno le sue medaglie e il distintivo di Lemar. Il soldato è pronto alla vendetta.
In questo quinto episodio abbiamo una new entry: la Contessa Allegra Valentina de la Fontaine, il cui compito è quello di reclutare John Walker.
La Contessa nei fumetti ha servito lo Shield e ha avuto una relazione con Nick Fury, per poi ricoprire per un periodo (sotto copertura) il ruolo di Madame Hydra.
È il terzo personaggio ad aver assunto questa identità, prima di lei ci sono state Ophelia Sarkissian e Madame Hydra VII.
Secondo alcune fonti, la Contessa sarebbe dovuta prima apparire nello stand-alone dedicato a Natasha Romanoff, Black Widow, ma a causa della pandemia è stato posticipato al 7 Luglio 2021.
Sempre nei fumetti, è colei che contribuirà alla nascita della squadra dei Thunderbolts, una squadra di mercenari formata da villain e in TFATWS la sua prima recluta è proprio John.
Tutto ciò si collega al Barone Zemo, il capo di questo bizzarro team; dopo essere scappato nell’episodio precedente, lo ritroviamo davanti al memoriale dedicato a Sokovia. Qui Zemo viene catturato dalle Dora Milaje e portato al Raft, prigione subacquea, già introdotta in Civil War, dove il Team Cap era stato rinchiuso.
Il tema del razzismo torna prepotente e la Disney prende posizione molto chiaramente a riguardo.
Isaiah racconta di essere stato arrestato e poi torturato dopo essere scappato dalla base militare per andare a salvare i propri compagni; non so se il parallelismo sia voluto o meno ma è inevitabile pensare al primo Captain America.
Infatti, se ricordate bene, anche Steve scappa dal campo per andare a salvare Bucky e altri commilitoni, l’unica differenza è che al suo ritorno divenne eroe nazionale, venendo acclamato come Captain America.
Isaiah è convinto che un uomo nero non potrà mai essere ben visto in questo ruolo, soprattutto perché quello scudo è il simbolo di quell’oppressione e nessun afroamericano se ne prenderebbe carico.
Durante tutto questo suo racconto, nomina i Red Tails, conosciuti anche come Tuskeegee Airmen. Sono esistiti veramente ed erano una divisione dell’United States Army Air, voluta dal presidente Roosvelt, composta unicamente da afroamericani e furono attivi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dopo questo incontro, Sam capisce che è arrivato il momento di raccogliere l’eredità di Steve, in nome di ciò che rappresenta quel ruolo, quello scudo ma soprattutto rendere giustizia agli afroamericani dopo 500 anni di oppressioni.
Per Falcon è giunto il momento di appendere le ali al chiodo (si fa per dire) e vestire i panni di Captain America; Bucky infatti farà fabbricare dal Wakanda una nuova tuta alare.
E quella vecchia? Beh è stata in parte distrutta nel combattimento iniziale contro John ma viene donata a Torres. Magari sarà il futuro Falcon come nei fumetti?
Come sempre la Marvel è molto attenta ai dettagli e nella scena in cui Sam si allena, durante la corsa viene lasciato libero lo spazio a sinistra, posto dove sarebbe stato Steve.
Ma da dove viene lo scudo di Sam? Come sappiamo lo scudo originale è stato distrutto da Thanos in Endgame.
Quando Steve torna indietro nel tempo, porta con sé solo le sei Gemme dell’Infinito e il Mjolnir da riportare al Thor del 2013.
Al suo ritorno, da anziano, ha con se lo scudo che poi ha consegnato a Sam, ma da dove viene? In realtà non c’è una risposta certa, è abbastanza lacunoso il finale ma sicuramente non si tratta dello stesso scudo costruito da Howard Stark negli anni ‘40, essendo il disign diverso.
In questo ultimo episodio vengono finalmente rivelati certi particolari e soprattutto si conclude la crescita dei personaggi.
Notizia shock, Sharon Carter si rivela essere Power Broker e nella scena post credit la vediamo ricevere la grazia ( promessa da Sam) e tornare attiva alla CIA.
Ovviamente questo la aiuterà a portare avanti il suo ruolo da criminale, potendo utilizzare le sue conoscenze e vendere segreti e armi.
Nei fumetti, dietro a Power Broker si cela Curtis Jackson, che con l’aiuto dello scienziato Karl Malus, creano super umani.
Riguardante sempre Sharon, nella scena in cui si occulta il viso per oltrepassare le guardie, è lo stesso modo usato da Natasha Romanoff in Winter Soldier per entrare sotto copertura nel palazzo dello SHIELD.
Ma perché da agente dello SHIELD, poi della CIA e nipote di Peggy Carter, diventa una trafficante?
Questo cambiamento non è proprio a caso, lei ha infranto gli accordi di Sokovia per aiutare Steve e altri Avengers in Civil War, ma sembra che effettivamente sia stata poi abbandonata.
Dopo essersi rifugiata a Madripoor ha abbandonato la sua vecchia vita per diventare una trafficante; dopotutto ricevono tutti la grazia, perfino Bucky, mentre lei fino a questo momento sembra sia rimasta l’unica a essere considerata nemica dello Stato.
Personaggio di spicco è senz’altro John, a mio avviso uno dei migliori riusciti.
All’interno di questi episodi ha una notevole trasformazione, lo conosciamo come nuovo Captain America, scelto dal Governo e quindi con il compito di non volere deludere le aspettative.
Episodio dopo episodio si renderà conto di avere dei limiti tanto che decide di assumere il siero. Questo, però, lo porterà a perdere il controllo dopo l’uccisione del suo amico Lemar, colui che è sempre stato al suo fianco.
Quando ormai sembrava che la vendetta si fosse impossessata di lui, decide di mettere da parte la rabbia e rendersi utile, così da aiutare Sam e Bucky e salvare gli ostaggi, riscattandosi.
A fine episodio abbandonerà completamente anche le vesti di Cap per assumere quelle di U.S. Agent, pronto a lavorare per la Contessa.
Per quanto riguarda Sam, ormai consapevole del ruolo che ricopre, tanto che ci regala un magnifico discorso, parlando di temi molto caldi e particolarmente importanti, come il razzismo, la discriminazione e di politica.
Paragonando il potere che ha in mano il senatore a quello del titano pazzo aka Thanos.
Tutto quello che dice potrebbe essere benissimo estrapolato dalla serie e utilizzato nel mondo reale.
Sam esprime tutta la difficoltà di essere un uomo nero con un costume a stelle e strisce e che nonostante lui stia rappresentando l’America, questa non fa lo stesso con lui, anzi proprio perché è nero sa che è e sarà odiato.
Una cosa è sicura, Sam Wilson è un degno erede di Steve Rogers, e lui lo sapeva.
Per quanto riguarda il suo costume è fedele a quello dei fumetti, cambia solo qualche piccolissimo dettaglio.
Sul finale anche Isaiah finalmente verrà ricordato per sempre, allo Smithsonian, dove è raccontata la storia di Cap, Sam ha fatto mettere una sua statua, promettendogli che nessuno lo dimenticherà più.
Alla fine, Captain America, è diverso da tutti gli altri supereroi, lui è un simbolo e quindi non può morire, e di questo Steve ne era consapevole.
Prima con Steve, poi Sam, Captain America vivrà sempre.
Altro personaggio che ha fatto un viaggio interiore di notevole importanza è stato Bucky.
All’inizio si trova catapultato in un mondo che sente non suo, da solo e pieno di sensi di colpa.
Lui stesso dice di essere passato da un conflitto all’altro per novant’anni e che desidera la pace, ma principalmente ha bisogno di perdonare se stesso e lo capirà grazie a Sam.
Bucky dice anche di aver lottato due volte per una causa più grande e di aver perso: fa riferimento a Infinity War, alla sconfitta contro Thanos e a quando cadde dal treno durante la Seconda Guerra Mondiale. In questa occasione venne catturato e trasformato nell’assassino che ora odia tanto. Con il Soldato d’Inverno ha perso se stesso.
Alla fine dell’episodio farà ammenda, liberandosi del suo passato, infatti per concludere il suo percorso si recherà da Yori Nakajima rivelandogli la verità.
Le parole che usa “Non avevo scelta” potrebbero essere un parallelismo con Civil War, infatti già consumato dai sensi di colpa, Steve lo rassicura dicendogli che non era colpa sua e che, appunto, non aveva scelta.
Per quanto riguarda i Flag Smashers, molto probabilmente li rivedremo in futuro; i membri arrestati, con un colpo di scena vengono eliminati dal maggiordomo di Zemo ed era proprio lui dal Raft a coordinare l’azione.
Questo potrebbe essere un indizio su come Zemo possa ricomparire, dato che insieme a John è stato uno dei migliori personaggi sviluppati.
Il capo dei Flag, Carly, invece alla fine è diventata una martire, simbolo di una società che non sa ascoltare.
E cosi si conclude The Falcon and the Winter Soldier, o meglio The Captain America and the Winter Soldier.
Poche ore dopo la conclusione della serie è stato confermato una quarto capitolo su Cap con protagonista Sam, chissà magari qui il Winter Soldier si trasformerà definitivamente in White Wolf.
Prossimo appuntamento Marvel sarà Loki, disponibile a partire dal 9 giugno.
A presto!
Comments