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Immagine del redattoreFrancesca Spagnoli

Ti Vaccini? Muu!

Ormai da più di un anno siamo immersi in questa terribile pandemia che, oltre a causare enormi perdite e dolore immenso, oltre ad aver fatto entrare nel nostro lessico parole nuove (“lockdown”), ha fatto anche riaffiorare un valore che ormai credevamo perduto: la solidarietà. Solidarietà che è assai difficile trovare in una società basata sul consumismo e sull’individualismo, dove il detto “chi fa da sé fa per tre” ha preso il posto di “due sono meglio di uno”; una società dove è più facile emergere, se si affondano gli altri. Abbiamo riscoperto un vecchio valore in soffitta, e lo abbiamo reso più splendente che mai: abbiamo sperimentato una solidarietà mondiale. Tutti in prima linea contro un unico nemico da debellare: Il Covid-19.

Sebbene le pandemie siano sempre esistite, ogni volta ci facciamo prendere alla sprovvista e non siamo mai pronti; speriamo in futuro di perdere questa cattiva abitudine. Alcune di queste epidemie si sono presentate una sola volta e sono state debellate, altre hanno una vera vita ciclica: è il caso dell’Ebola e del Vaiolo.

Ma in che modo entriamo a contatto con tutte queste malattie contagiose? E soprattutto, da dove provengono? Diversi studi affermano che si potrebbe identificare il pipistrello come portatore virale per eccellenza. Esso, infatti, si nutre di insetti portatori di malattie e tende ad abitare luoghi ristretti con molti dei suoi simili: un ambiente perfetto per la diffusione di malattie infettive. Ma come mai questi esemplari, una volta infetti, non muoiono? Si dà il caso che essi abbiano il migliore sistema immunitario esistente sulla terra; durante la loro evoluzione, oltre che dei volatili, sono diventati immuni da ogni malattia. Se poi pensiamo che un esemplare medio vive intorno ai 40 anni, capiamo quanti virus possano trasmettere a chi entri in contatto con loro.

Ma chi è nato prima? La pandemia o l’uomo? Diciamo che la questione è molto dibattuta poiché abbiamo testimonianze di pandemie molto antiche. Per quanto riguarda la peste, infatti, abbiamo notizie riportate da Manzoni, Boccaccio, Lucrezio, e da Tucidide che, nel II libro delle Storie (431-429 a.C.), riporta uno spaccato della situazione, tanto drammatica quanto attuale, causata da questa nuova malattia sconosciuta che non si sapeva come curare:


II,51. “2 Ed alcuni morivano per mancanza di cure, ma altri anche se ben curati. E non ci fu neppure, per così dire, un unico rimedio, che era necessario somministrassero per averne giovamento; quello che infatti era utile aduno danneggiava un altro. 3 E nessun corpo si dimostrò essere sufficientemente capace di fronte ad esso quanto a forza o debolezza, ma portava via tutti anche quelli curati con ogni attenzione. 4 Ma la cosa più tremenda di tutto il male era lo sconforto quando qualcuno si accorgeva di essere malato (volgendosi infatti subito con il pensiero alla disperazione si abbattevano molto di più e non resistevano), e morivano come bestie poiché si contagiavano l’un l’altro per le cure; e questo provocava il maggior numero di perdite.”


Se poi vogliamo andare alla ricerca di testimonianze ancora più antiche, per esempio risalenti al tempo degli Egizi, basta osservare la mummia del faraone Ramses V, su cui gli scienziati hanno ritrovato tracce di Vaiolo.

Esso, dopo essersi ripresentato varie volte nella storia, anche ai tempi del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo che, nel 1769, tenta per la prima volta un prototipo di vaccinazione, è stato dichiarato debellato dal OMS nel 1979 grazie a una coesa vaccinazione mondiale.

La prima vaccinazione di massa inizia grazie a un’intuizione del medico inglese Edward Jenner che utilizzò una variante del Vaiolo che infettava le vacche e che, se trasmessa all’uomo, risultava molto più benigna. Egli aveva notato, poi, che le persone che avevano contratto questa variante erano diventate immuni al “vero” Vaiolo.

La parola vaccino, che oggi più che mai scorre sulle nostre bocche, deriva proprio dalla parola vacca, le cui pustole erano utilizzate per estrarre il materiale, utile per le pratiche di inoculazione, per combattere il Vaiolo.

Oggigiorno la vaccinazione ha acquisito un’importanza fondamentale, tanto che è diventata un’operazione medica normale e talvolta obbligatoria. L’unica salvezza per sconfiggere questo maledetto virus: il Covid. E chi avrebbe mai pensato che per questa salvezza avremmo dovuto ringraziare una mucca del 1796?

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