Un filo d’aria che ti sposta i capelli,
Un filo d’erba in mezzo ad un immenso prato,
Una goccia d’acqua nell’oceano,
Una foglia tra il maestoso verde degli alberi,
Un raggio di sole che ti illumina il viso,
Un girasole che vi si espone al suo calore,
Una nube tra le tante,
Un fulmine a ciel sereno,
Una persona tra le tante…
Quel che realmente siamo, quello che a momenti accettiamo di essere, ma anche quello che in altri momenti detestiamo essere, apparire per gli altri, a loro volta, altri fili d’erba, altre gocce, altre foglie…
É un concetto che detestiamo, ma che allo stesso tempo ci rincuora:
Siamo inevitabilmente insostituibili per nessuno, se non per noi stessi, se non per la nostra sopravvivenza, questa cosa ci distrugge, ci rende impotenti, ma allo stesso tempo ci fa sentire leggeri, innocui:
“Ma non ti rendi conto di quanto è bello? Che non porti il peso del mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba in un prato, non ti senti più leggero?, ciò è incredibilmente rasserenante, non fai la differenza per nessuno e non hai la responsabilità di tutti i mali del mondo.”
Chiara Gallo
Fonti: “Strappare lungo i bordi”
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