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Un Mondiale nato (e proseguito) sotto una cattiva stella per l'Italia. Ma qualche sorpresa...

Che questo Mondiale di Cortina per l'Italia non era nato sotto una buona stella si era capito una settimana prima dell'inaugurazione, quando Sofia Goggia ha dovuto dare forfait per uno sfortunato incidente. A pochi giorni da una delle competizioni più importanti dell'anno per lo sport italiano la squadra azzurra perdeva la sua punta di diamante, per un infortunio avvenuto (pensate un po') su una pista turistica mentre la bergamasca ritornava a valle.


Domenica 7 febbraio l'inaugurazione della prima, vera, grande manifestazione organizzata dall'Italia durante la pandemia. La neve scende abbondante, la nebbia pure. A mettersi di traverso è stato anche il meteo che non ha permesso lo svolgimento delle prime tre gare della competizione, recuperate poi nei giorni successivi.









In pista, per noi, non è andata poi così meglio. La squadra azzurra si deve accontentare dell'oro di Marta Bassino nel tanto discusso slalom gigante parallelo e dell'inaspettato argento di Luca De Aliprandini nello Slalom Gigante. Le medaglie di legno (quarti posti) non contano, ma per l'Italia sono tante: Paris, Curtoni, Vinatzer... Alla fine le protagoniste assolute di Cortina sono state Austria e Svizzera, che hanno conquistato rispettivamente otto e nove medaglie.


Da Shiffrin a Gut-Berhami, fino a Kriechmayr. La maestosità delle Dolomiti ha fatto la sua parte, facendo da sfondo a una competizione che, anche se non ha visto spiccare gli atleti italiani, ci ha emozionato comunque. Rimane l'amarezza per un Mondiale giocato in casa andato come non volevamo. Ora c'è da rialzare la testa e guardare avanti. Che serva da lezione, perché la prossima volta non si può sbagliare: 2026, Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. L'Italia tornerà sul tetto del Mondo.


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