La musica, per indole, unisce: è un’enorme zona comfort con più sezioni, formate dai vari generi che ormai fanno parte della nostra quotidianità; in un periodo come questo è proprio il suo ricordo a salvarci e a portarci anche un po' di nostalgia, ma immaginiamoci quanto sarà emozionante tornare a cantare a squarciagola e a sudare nel parterre di un concerto, o semplicemente a rivivere una serata come si deve con i nostri amici. Io, per esempio, sono già pronta a comprare i biglietti dell’aereo per tornare a Berlino: la casa, il cuore pulsante della cultura della musica techno di tutto il mondo; ecco, se volete partecipare ad un rave in mezzo al bosco, a parate che sparano musica a tutto fuoco o semplicemente vivere una vera e propria esperienza da clubber, Berlino è la vostra città, e la amerete da pazzi o la odierete fino alla morte, perché vi trasformerà in animali.
Un evento di dimensioni gigantesche è la “Zug der Liebe”, “Love Parade” in inglese, parata techno famosissima che è stata copiata in tutto il mondo, in cui per circa 8/9 ore dei carri giganteschi sfilano per la città, seguiti praticamente dal 70% della popolazione; ufficialmente l’ultima sarebbe stata nel 2010, a causa della morte di diversi giovani, ma in realtà è stata semplicemente ridotta di dimensioni (specialmente nella lunghezza del percorso) e si dice che l’edizione del 2021 sarà pazzesca, addirittura sono già stati confermati diversi DJ, tra cui i conosciutissimi Carl Cox e Chris Liebing. La Zug der Liebe è partita ufficialmente nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, come segno di libertà dopo aver vissuto un periodo più che buio. Jeanette, 48 anni, capa del reparto housekeeping dell’hotel B&B Alexanderplatz mi ha raccontato che, per protestare pacificamente nella zona ovest della città, suonavano per strada la prima techno, per far capire al regime che nulla e nessuno poteva fermarli e privarli di ciò che più amavano: ballare.
La Love Parade ha una nemica, ovvero la “Fuck Parade” che mira a condannare la commercializzazione della prima. Il format è lo stesso: si parte da un punto con i carri per poi finire in un luogo opposto della metropoli, rigorosamente alle 22:00 (quando inizia l’ora del silenzio, che terminerà alle 6:00 del giorno seguente), ma cambia la techno, perché nella Love troviamo una techno acida ma più soft, con presenza di generi come la minimal e la tech-house, mentre nella Fuck abbiamo le origini della techno, cioè la techno hardcore, molto più forte e spinta.
Berlino è la casa di questo genere specialmente per i club, che sono tantissimi e ognuno con delle caratteristiche particolari che li rendono unici, e non parlo di arredi, di grandezza dell’immobile, di prezzi o di quanto siano buone le bevute, ma dei requisiti per entrare: non è come in Italia, in cui semplicemente ti metti in lista e paghi. A Berlino o piaci al buttafuori o hai fatto la fila per niente, spesso dipende da come sei vestito, dalla sicurezza che dimostri quando fai vedere il documento, alcune volte anche dal sesso: conosco ragazzi che sono stati rifiutati all’entrata semplicemente perché dentro non c’erano abbastanza donne.
Ricordatevi, non entrerete mai: se siete un gruppo numeroso, conviene sempre dividersi in coppie o massimo in tre; se farete confusione nella fila, indica che siete un elemento di disturbo, come il presentarsi sotto effetto di sostanze stupefacenti o ubriachi, e a loro non piace perché la selezione viene fatta appositamente per permettere ai clubbers di godersi l’atmosfera e la musica; un’altra cosa molto importante è il fatto che sia proibito fare foto per beneficiare di una vera e propria esperienza attraverso il sound della techno, ma soprattutto perché “ciò che succede dentro, deve rimanere dentro”. In un unico caso è richiesta anche la conoscenza del tedesco: il Berghain, il re delle discoteche techno, non puoi andare a Berlino senza provare ad entrarci almeno una volta anche se non è un’impresa per niente facile, ma è un posto tanto speciale che addirittura più persone hanno costruito un’intera tesi di laurea sul club, leggere per credere. Come ho già detto, c’è una marea di posti in cui fare serata, spesso e volentieri scegli sempre il solito perché ormai diventa una certezza (per me lo erano il Tresor ed il Suicide Circus),
ma la prossima volta ne proverò due -famosissimi- che non ho nemmeno mai preso in considerazione: il KitKat, il club più eccentrico di tutta Berlino, più sei nudo/a più probabilità hai di infilare dentro il naso, è in assoluto uno dei preferiti, basta vedere la fila lunghissima che c’è all’entrata già alle 22:00 (i veri berlinesi generalmente arrivano verso le 2:00); il Sisyphos, un tempio all’aperto che nasce da un’ex fabbrica di biscotti per cani, ha deciso di festeggiare l’anniversario (ovviamente parliamo del 2019, purtroppo) dando vita ad un rave lungo 106 ore, con inizio il 2 ottobre alle 23:59 e con fine il 7 ottobre alle 10:00, sono dei veri pazzi. Se non avete mai vissuto una vera e propria techno-experience nella capitale tedesca, allora non conoscete il significato della parola “giungla”.
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