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Immagine del redattoreMartina Romeo

Un sottomarino giallo?

Tra le canzoni più famose della nota band inglese the Beatles, forse per la sua semplicità o la sua orecchiabilità, Yellow Submarine è riuscita a diventare una delle più conosciute ed amate.

Dall’album Revolver (pubblicato nell’agosto 1966), celebre anche per l’iconica copertina di Klaus Voorman, la canzone (così come tutto l’album) apparve al pubblico come un prodotto culturale tanto sofisticato quanto accessibile, attraverso un’esplosione di suoni, influenze e colori.

Come quasi tutta la produzione del quartetto, la traccia è firmata da McCartney e Lennon, nonostante quest’ultimo ammetta che l’ispirazione sia stata, in realtà, tutta di Paul. McCartney ne ha raccontato nel dettaglio l’ispirazione originale: “Ero a letto nell’attico di casa Asher, in quella piacevole zona crepuscolare a metà tra la veglia e il sonno, una specie di limbo nel quale stai liberandoti dal peso della giornata e stai scivolando nel sogno. Pensai che sarebbe stata una bella idea scrivere una canzone per bambini, e prima mi venne in mente un colore, il giallo, e poi un oggetto, il sottomarino – molto carino, molto infantile, un giocattolo, un sottomarino giallo. Pensai che fosse una bella idea di canzone per Ringo, quindi non avrebbe dovuto avere una grande estensione vocale. Costruii una semplice melodia e poi cominciai a immaginare una storia, quella di un vecchio marinaio che racconta la sua vita, di quando viveva in un sottomarino giallo. Pensai anche che sarebbe stato giusto per Ringo cantare una canzone per bambini, perché lui con i bambini era bravissimo, un giocherellone. La canzone è mia, scritta per Ringo in quel momento di limbo prima del sonno. John mi aiutò per il testo, che man mano che procede diventa sempre più indecifrabile; ma la melodia, le strofe e il ritornello sono miei”.


Vista la particolarità del testo, i fan iniziarono fin da subito a leggervi significati più o meno allegorici, nonostante le rassicurazioni della band stessa, secondo la quale «non c’è nulla da interpretare, come in ogni altra canzone per bambini». La canzone, però, viene interpretata anche come un inno al consumo di sostanze stupefacenti e leggenda vuole che Yellow Submarine fosse proprio il nome di un’anfetamina all’epoca molto diffusa. Altri invece l’intesero come un’ambigua dichiarazione di quattro ragazzi “schiacciati” dalla popolarità, rinchiusi in un sommergibile giallo che naviga in un «sea of green», rappresentante le banconote. Altra possibile interpretazione è relativa alla guerra i Vietnam, una critica espressa mediante l’appropriazione giocosa di uno dei simboli della Guerra Fredda, il sottomarino nucleare.


In ambito di accoglienza da parte del pubblico c’è stata una netta distinzione tra il pubblico americano e quello inglese. Negli Stati Uniti, infatti, il picco massimo della canzone è stato il secondo posto della Billboard Hot 100; tutt’altra cosa accadde nel Regno Unito, dove la canzone è rimasta stabilmente per quattro settimane al primo posto di tutte le più importanti classifiche nazionali, arrivando addirittura a vincere l’Ivor Novello Award per il singolo che per più tempo è rimasto in classifica. Buona fu anche l’accoglienza del pubblico italiano, di quello tedesco e di quello norvegese.


Yellow Submarine quindi, nonostante sia una delle canzoni più semplici dei Beatles (e nonostante le infinite interpretazioni da parte degli ascoltatori), viene vista ancora oggi come il manifesto di una generazione che stava cambiando. Una generazione combattiva e trasformata, rappresentata da una canzone su un sottomarino. La metafora è forse più sottile di quel che sembra, ma ciò non significa che sia meno potente.

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