Lo sport è un argomento da sempre seguito da tutti. Tuttavia, quando dobbiamo parlare di sport, trattiamo di calcio, tennis, basket, nuoto, ma raramente, troppo raramente, trattiamo di uno sport che è magnifico, che, come tutti gli altri, regala immense sorprese e soddisfazioni, oltre che un’indescrivibile libertà: lo sport in questione è il baseball.
Per conoscere questo sport è nostro obbligo tracciarne una storia, partendo dalle origini più remote, fino ad arrivare ai giorni nostri. Questo sport nasce molto prima di quello che si possa pensare: infatti già al tempo degli antichi egizi si praticava uno sport molto simile al baseball, dunque con palle e mazze; ciò viene testimoniato dai ritrovamenti di alcuni graffiti, ma soprattutto da una pallina in pelle, esposta al British Museum (Non si insegna veramente niente a questi antichi eh).
Passiamo però a quelli che sembrano essere i veri progenitori del baseball, facendo un bel salto in avanti, spostando la nostra bussola al 1300. Fonti storiche infatti, ci suggeriscono che a quell’epoca veniva praticato uno sport, lo stoolball”, un gioco in cui un battitore deve difendere un bersaglio da un lanciatore, il quale a sua volta cercherà di colpirlo con una palla; per sintetizzare, potremmo concludere che questo sport si possa accostare al moderno Cricket.
Ancora più avanti nel tempo, ovvero nel 1600, possiamo trovare il “Rounders”,, nel quale un giocatore deve coprire e difendere un percorso delimitato da 4 pali per segnare un punto. Ma quando nasce il vero baseball? La risposta c’è, ma necessita ancora di un po’ di storia: nel 1800 in Inghilterra c’era già una tipologia di baseball, ma essa era molto più semplificata rispetto al vero sport che giochiamo e conosciamo oggi.
È soltanto nel 1839 che viene fondata la prima società organizzata, chiamata New York City’s Knickerbockers club, al cui interno c’era Alexander Cartwright, l’inventore ufficiale di questo magnifico sport. Al 1857 risale la prima lega della storia, ovvero la “National Association of baseball players” mentre al 1869 la prima vera squadra, chiamata “Cincinnati Red Stockings”. A partire dal Novecento, il baseball inizia a diffondersi nel sud-est asiatico, in Giappone, in Africa, in tutta l’America ed anche in Europa.
L’Italia vide lo sviluppo di tale sport già a cavallo delle due guerre mondiali, ma è solo recentemente, ovvero nel 1950, che sorse la Federazione Italiana Baseball-Softball, la “FIBS”.
La cosa ancora più incredibile però, è che il baseball è uno sport per tutti, ovvio però con qualche differenza e adattamento. Ma se questo sport è per tutti, deve esserlo senza discriminazioni. Infatti, dal 1997 (anche se in forma amatoriale si giocava già dal 1994),, il baseball diventa ufficialmente anche uno sport per ciechi, con un campionato ufficiale, che si gioca annualmente con 11 squadre.
Come è possibile, si potrebbe chiedere qualcuno? La risposta è molto semplice: a divertirsi in campo ci sono non vedenti e ipovedenti, tutti indistintamente bendati con una mascherina, che diventa parte integrante della divisa. E per quanto riguarda le regole, come può essere adattato uno sport del genere ai non vedenti? Niente di più semplice: le basi sono sonore, tutte distinguibili attraverso suoni differenti, e la pallina, leggermente diversa da quella normale, è anch’essa sonora, dunque udibile da tutti i giocatori in campo; per il resto, rimane tutto identico al normalissimo baseball. Possiamo concludere che, anche se viene trascurato fin troppo, il baseball è uno sport che andrebbe valorizzato un po’ di più, senza esaltare soltanto gli sport più comuni e noti.
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