Voglio mangiare il tuo pancreas. Leggere una frase di questo genere potrebbe sorprendere qualunque persona, in qualunque lingua essa possa essere scritta. Pensate allo stupore di tutti, quando questa venne utilizzata non solo come il titolo di un romanzo dello scrittore giapponese Yoru Sumino, ma addirittura come titolo del film omonimo che è riuscito a scalare il botteghino giapponese nel suo anno di uscita, 2017.
Il titolo è, infatti, l’aspetto più controverso dell’opera, suscitante curiosità ma, al tempo stesso, timore a chi non è a conoscenza della trama del romanzo, proprio perché non lascia intendere direttamente qual è il tema affrontato.
Primo film diretto e sceneggiato da Shinichiro Ushijima, noto per aver partecipato all’anime di successo One Punch Man, questo lungometraggio dalla durata di cento minuti conclude il ciclo di adattamenti del romanzo omonimo.
La storia si apre con un’anticipazione di ciò che accadrà nel corso del lungometraggio: la co-protagonista dell’anime, Sakura Yamauchi, è morta ed il protagonista, colui che racconta la storia, è in preda ad una serie di emozioni che non gli consentono di partecipare al funerale dell’amica.
Il film racconta quindi, attraverso l’utilizzo di un lungo flashback, la storia della loro amicizia, dal loro primo incontro, alquanto inusuale, in poi.
Amicizia che lascia incollati ad uno schermo proprio per le differenze tra i due protagonisti, con personalità, letteralmente, agli antipodi: lei solare e vivace, mentre lui schivo e chiuso. Questo rapporto che, a tratti, può sembrare anche romantico, in realtà va a superare le definizioni chiuse non solo dalla sfera dei “fidanzamenti”, ma anche dell’amicizia stessa. Entrambi, nonostante per motivi completamente opposti, permettono all’altro di migliorare la loro vita.
Nonostante la storia possa apparire come la classica storia di amicizia-amore già vista e rivista, Voglio mangiare il tuo pancreas è sorprendente perché, inaspettatamente, rappresenta un inno alla vita, che invita lo spettatore a riflettere e a godersi il proprio essere in ogni minimo aspetto.
Quasi impossibile trattenere le lacrime alla fine, nonostante l’epilogo della storia sembra essere già scritto e mostrato allo spettatore sin dall’inizio, un qualcosa vi sorprenderà. Sta a voi scoprire cosa.
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