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marcobecherini159

Etimologendario natalizio-cap. 23: Ambaradan

Dal greco etymos, “vero” e logos, “studio”, l'etimologia è la scienza che studia l'origine delle parole. Se nell'italiano di oggi molti termini hanno una provenienza chiara, avviene talvolta che certe etimologie provengano invece da storielle simpatiche e inaspettate. Noi di UniFichiamoci abbiamo deciso di raccontarvi una di queste storie ogni giorno fino a Natale, come una sorta di calendario dell'Avvento etimologico. La parola di oggi è: “Ambaradan”


“Che cosa mai vorrà dire ambaradan?/ Una parola così sbarazzina/ Ma che casino, cos'è 'sto ambaradan?!/ Una reminiscenza abissina.”

Così comincia la canzone "Ambaradan" del cantautore Alessio Lega; con questo brano l'artista pugliese ricostruisce l'origine della simpatica parola, sinonimo di confusione, caos e baraonda.


Confesso che io, come penso molti altri, quando sento dire ambaradan non posso fare a meno di sorridere: ha un suono così buffo! Peccato però che nella sua etimologia non ci sia veramente niente da ridere.


Ambaradan deriva con ogni probabilità da Amba Aradam, un massiccio montuoso (appunto amba) nel nord dell'Etiopia il quale, nel febbraio del 1936, fu teatro di un massacro perpetrato dai soldati italiani nei confronti delle truppe etiopi. L'esercito fascista aveva invaso l'Etiopia l'anno prima, ma si era visto opporre una resistenza tale che decise di ricorrere ad armi brutali (oltre che illegali secondo la Convenzione di Ginevra) come proiettili all'arsina e al fosgene, oppure il gas iprite che, oltre a generare vesciche e infiammazioni, attacca le mucose oculari e le vie respiratorie, provocando sofferenze disumane. La battaglia dell'Amba Aradam, vinta con questi metodi turpi, si trasformò in una carneficina caotica in cui morirono, fra soldati e civili, circa 20.000 etiopi. Di ritorno dalla guerra i soldati fascisti cominciarono a paragonare ogni situazione caotica “a un Amba Aradam”: il nome esotico, in patria, venne storpiato in Ambaradam, o Ambaradan con la enne finale, grafia ormai più diffusa.


Tuttavia, l'utilizzo di questo termine col solo significato di “confusione” ha ormai fatto dimenticare i risvolti più tremendi insiti nella sua origine... come del resto oggigiorno si tende a sminuire le atrocità commesse degli italiani nelle loro imprese coloniali, nascondendole dietro l'immagine fittizia degli “italiani brava gente” che andavano in Africa a costruire strade.


L'Amba Aradam fu sede anche di una seconda mattanza quando, nel 1939, i soldati italiani scoprirono che in una serie di grotte sotto al massiccio montuoso si annidavano dei partigiani etiopi. Per sbarazzarsene, vennero chiusi gli ingressi delle grotte e diffuso all'interno il gas iprite che uccise indiscriminatamente i soldati e i civili nascosti con loro: i pochi che riuscirono a uscire dalle grotte si trovarono davanti i soldati italiani che li aspettavano coi lanciafiamme.


Nelle loro guerre coloniali gli italiani non si distinsero per grandi vittorie o grandi conquiste; ricordare queste pagine del nostro passato penso che dovrebbe spingerci a riflettere sul fatto che, come canta Alessio Lega, gli italiani “sono più inetti, non meno cattivi”.

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