Augurando un buon 1° maggio a tutti i nostri lettori-lavoratori, continua la rubrica mensile firmata Redazione Sport, che alla fine di ogni mese riassume i successi (e gli insuccessi) di atleti e squadre italiane e non in giro per il Mondo. Un vero e proprio riassuntone nel quale saranno inseriti gli eventi sportivi più importanti degli ultimi 30 giorni. Pronti? Cominciamo!
CALCIO
GOD SAVE THE BRITISH: L'IMBARAZZANTE STORIA DELLA SUPERLEGA
La vicenda della Superlega è ormai nota a tutti, appassionati di calcio e non solo. I presidenti di 12 tra i club più ricchi ma anche più indebitati d’Europa hanno cercato di rubare il calcio. E hanno fallito miseramente. In sole 48 ore abbiamo assistito a una sorta di rivolta popolare nei confronti di un’idea ripugnante: la creazione di un campionato elitario, in cui il merito sportivo sarebbe stato cancellato e le squadre più prestigiose al mondo avrebbero avuto l’accesso di diritto, solo grazie al proprio nome. Una lega pensata da chi evidentemente non ha mai né praticato né seguito alcuno sport, non ne conosce i valori e crede di poter trasformare il calcio in intrattenimento, per avere un prodotto globale e trasformare i tifosi in consumatori.
Questo progetto, annunciato in pompa magna con un comunicato a mezzanotte, si è subito sgonfiato grazie alla protesta che ha unito l’intero movimento inglese: tifosi, politici, giocatori e allenatori, anche delle sei squadre coinvolte, hanno convinto i presidenti dei club britannici a sfilarsi dalla Superlega, facendo saltare tutto. Purtroppo in Italia le critiche sono arrivate quasi esclusivamente dai media e dai rappresentanti e tifosi delle squadre non coinvolte; mentre giocatori, allenatori e tifosi di Juventus, Milan e Inter o non si sono schierati, oppure lo hanno fatto a favore del progetto. Del resto, gli inglesi hanno inventato il calcio e, come è purtroppo noto, la cultura sportiva in Italia deve ancora fare passi da gigante.
Alla fine tutto è saltato, ma queste folli 48 ore avranno delle conseguenze: Florentino Perez e Andrea Agnelli, i presidenti che avevano organizzato la Superlega (e che avevano già annunciato i presunti benefici che il torneo avrebbe portato al mondo del calcio), hanno subito enormi danni di immagine, e, soprattutto alla guida della Juventus, potrebbero esserci dei cambiamenti a breve. Inoltre, non si può più far finta di nulla nei confronti degli enormi debiti in cui questi club versano e bisognerà ripensare un modello di calcio più sostenibile, che, ci auguriamo, abbassi i costi astronomici dei giocatori e livelli i ricavi tra tutte le squadre che partecipano alla competizione. Perché il calcio è dei tifosi, di tutti i tifosi, e questa vicenda l’ha dimostrato una volta per tutte.
MOTORI
MOTOGP: QUARTARARO FA DOPPIETTA, IN ATTESA DEL MIGLIOR MARQUEZ. SONTUOSO BAGNAIA ANCORA A PODIO
Con il Gran Premio di Portimao (Portogallo) dello scorso 18 aprile, si è concluso il terzo fine settimana di gare del motomondiale. Dopo il doppio appuntamento in Qatar, che ha visto trionfare lo spagnolo Maverick Vinales e il francese Fabio Quartararo, in terra lusitana sembra essersi delineato un quadro più marcato riguardo alla lotta al titolo. Di fatto il già citato transalpino pare il candidato numero uno alla vittoria finale, tesi sostenuta dal secondo successo, giunto con una condotta di gara strepitosa, che ha permesso al pilota Yamaha di tagliare il traguardo in solitaria. Attenzione però, Quartararo non è nuovo a partenze stratosferiche (cancellate in passato da un’agghiacciante seconda parte di stagione). Lo scorso anno, infatti, il francese, dopo due vittorie in altrettante gare, a ottobre/novembre ha distrutto quanto fatto di buono in precedenza e ha concluso mestamente all’ottavo posto in classifica generale. Della serie ho fatto un fiore e poi... Quindi non è da escludere che lo scenario si possa ripetere. In tal caso, l’Italia ha trovato un asso nella manica da calare laddove Quartararo stecchi qualche gara: Francesco Bagnaia, alias Pecco, approdato alla Ducati ufficiale, ha destato un’ottima forma e un buon feeling con la moto (che è apparsa forse la più performante finora), come attestano i due podi conquistati tra Losail e Portimao. Da considerare nella corsa al titolo inoltre il campione in carica Joan Mir, terzo in Portogallo, e il suo compagno di squadra Alex Rins, entrambi in sella ad una Suzuki molto maneggevole e competitiva. Menzione d’onore per Marc Marquez, al rientro alle corse a 9 mesi dal tremendo incidente di Jerez (pista spagnola dove si gareggerà il prossimo 2 maggio): condizionato da una forma deficitaria e da forti dolori alla spalla infortunata, lo spagnolo ha chiuso la gara settimo in modo insperato, pur avendo faticato nei primi giri nei corpo a corpo con gli avversari. Passando infine ai titoli di coda, nota amara per Valentino Rossi, che va-lentino, purtroppo: il Dottore non ha ancora trovato il giusto assetto con la sua Yamaha Petronas, faticando oltremodo e nel giro secco e nel passo gara. La speranza è che possa cogliere un guizzo a Jerez, dove ha trionfato ben 7 volte, in un momento complicato che non va comunque ad inficiare su una carriera strepitosa.
FORMULA 1: VERSTAPPEN SI PRENDE LA SCENA SOTTO LA PIOGGIA DI IMOLA, SORPRESA NORRIS. FINALMENTE FERRARI!
Dopo 14 anni, nel 2020 la F1 era tornata a correre nello storico Circuito di Imola. Il campionato automobilistico più importante del mondo c'è tornato anche nella nuova stagione lo scorso 18 aprile. Una domenica bagnata in terra romagnola, che è stata palcoscenico di una gara avvincente e combattuta fino all'ultimo giro. Nelle qualifiche la pole se l'era presa Hamilton, seguito dalle due Red Bull con Perez e Verstappen, bene Leclerc quarto in seconda fila. La gara parte sotto il diluvio di Imola e già nel giro di ricognizione i primi brividi con il pilota ferrarista del Principato di Monaco che va in testa coda scaldando le gomme. Alla partenza Verstappen si prende la leadership con un buonissimo spunto, che si rivelerà fatale per gli altri fin da subito. Dietro è lotta con Leclerc che si prende la terza posizione su Perez. I piloti sono cauti, ma la pista si asciuga con il passare dei giri e la bagarre comincia, con essa anche i primi incidenti. Il più importante quello tra Russel e Bottas (in crisi) che manda entrambi contro il muretto e costa la bandiera rossa. Poco prima il clamoroso lungo di Hamilton, che manda il campione del Mondo a contatto con le barriere. L'inglese perde tempo e posizioni, ma la sua fortuna è la sospensione della gara poco dopo per l'incidente del compagno di squadra. La gara riparte e a giovarne, nemmeno a dirlo, è proprio Hamilton, che recupera velocemente posizioni. Verstappen continua a macinare là davanti, ma la sorpresa là davanti si chiama Lando Norris con la McLaren: si fa dare la posizione dal compagno di squadra Ricciardo e comincia una rincorsa che lo porterà a un ottimo terzo posto finale. Davanti a lui Hamilton, che in pochi giri fa fuori le due Ferrari (Leclerc quarto e Sainz quinto) e Verstappen che vince una gara dominata. A punti anche Ricciardo, Gasly, Stroll, Ocon e Alonso. Delude Perez. Insieme a Russel e Bottas non finiscono la gara Latifi e Vettel. Troppo lontane le Haas di Schumacher (a causa anche di un incidente solitario) e Mazepin (protagonista ancora criticato di vari testacoda).
FORMULA E: SOLO IN NOE TAGLIANO IL TRAGUARDO
A inizio aprile le auto elettriche più veloci al mondo sono arrivate in Italia per l’E-Prix di Roma, dove si sono sfidate in due appuntamenti sul tracciato cittadino allestito nella Capitale. L’intero weekend di gara è stato caratterizzato da pioggia e safety car: sono stati infatti numerosi gli incidenti avvenuti in pista. La prima gara è stata portata a casa dal due volte campione del mondo di Formula E, Jean-Eric Vergne, mentre gara due è stata vinta dal ex pilota di Formula 1, Stoffel Vandoorne. Le vere emozioni sono però arrivate due settimane dopo in Spagna, durante l’E-Prix di Valencia. In passato è stato spesso ipotizzato lo svolgersi di gare di Formula E su tracciati veri e propri, ma gli organizzatori hanno sempre preferito i circuiti cittadini. Invece, lo scorso sabato, per la prima volta in assoluto, la Formula E ha corso su un tracciato permanente, il Circuito Ricardo Tormo di Valencia. I piloti, abituati a gareggiare tra le barriere, sono stati così liberi di osare di più e usare tutta la pista. Come da consuetudine, gli incidenti non sono mancati, anzi a causa di essi si è assistito alla gara più pazza di sempre nella categoria: su ventiquattro vetture solo nove hanno tagliato il traguardo. Una delle regole della competizione consiste nel diminuire l’energia disponibile nelle vetture di 1 kWh per ogni minuto di safety car. Durante la gara del sabato, quest’ultima è rimasta in pista per ben 19 minuti. Gli unici piloti ad avere una percentuale di energia superiore al 4% all’inizio dell’ultimo giro sono stati tre, coloro che hanno poi concluso nelle prime tre posizioni: Nyck De Vries, Nico Mueller e Stoffel Vandoorne. Se per De Vries, che si trovava in seconda posizione, superare il leader è vincere la gara è stato relativamente semplice, Mueller e Vandoorne che all’inizio dell’ultimo giro erano rispettivamente dodicesimo e quindicesimo, non si aspettavano di salire sul podio. Oltre a loro, solo in sei hanno raggiunto la bandiera a scacchi. Tutti gli altri, ben quindici piloti, sono rimasti coinvolti in incidenti (7) o sono stati costretti a parcheggiare la macchina in pista a causa delle batterie scariche (8). In poche parole, una gara che è entrata nella storia.
GINNASTICA ARTISTICA
ITALIA TUTTA DI BRONZO AGLI EUROPEI DI BASILEA
Dal 21 al 25 aprile si sono svolti gli Europei di ginnastica artistica a Basilea. L’Italia ha partecipato con 8 atleti, quattro per la femminile e quattro per la maschile in cerca di due pass olimpici e tante soddisfazioni. Non siamo riusciti a centrare un pass olimpico ma ben 7 finali, tanti piazzamenti importanti e tre bronzi con Bartolini, Maresca e l’intramontabile Vanessa Ferrari. CLICCA QUI PER L'ARTICOLO COMPLETO
STREPITOSA SOFIA RAFFAELI NELLA COPPA DEL MONDO DI GINNASTICA RITMICA: LA “FORMICA ATOMICA” VOLA TRA LE GRANDI
Classe 2004, Sofia Raffaeli esordisce quest’anno tra le grandi della ginnastica ritmica. Infatti nel 2019 faceva ancora parte della categoria junior ed ha conquistato il titolo di campionessa del mondo junior. Mentre nel 2020 non ci sono state le solite competizioni internazionali causa covid. Ma quest’anno ha avuto modo di rifarsi, infatti, a fine marzo ha partecipato alla prima tappa della coppa del mondo a Sofia, e ha subito conquistato ben due medaglie, argento nella specialità delle clavette e bronzo al nastro, dimostrando già alla sua prima World Cup un grande talento senza farsi minimamente intimorire dal calibro della competizione. Il fine settimana del 17 aprile, poi, la coppa del mondo si è spostata a Baku e anche stavolta non sono mancate le emozioni. Infatti Sofia si è piazzata quarta nel concorso generale, ottenendo il suo miglior risultato in carriera a livello internazionale, dietro soltanto alle due gemelle russe, Dina e Arina Averina, e alla bielorussa Salos, già esperte campionesse mondiali. Dopodiché nella giornata delle finali di specialità la giovane atleta italiana ha continuato a stupire e ha conquistato altre due pesantissime medaglie di argento, una al cerchio e una al nastro, sfiorando il podio anche alle clavette. Anche stavolta la pressione di tre finali di coppa del mondo non ha influito sulle magistrali esecuzioni dei suoi esercizi nei quali è riuscita a esprimersi al meglio senza commettere grossi errori. Sicuramente il simpatico soprannome, inventato dalle sue compagne, di ‘formica atomica’ le si addice molto. Adesso non ci resta che aspettare la prossima tappa dal 7 al 9 maggio a Baku per sostenere questa brillante ginnasta e la squadra italiana delle farfalle che probabilmente tornerà in gara. Tra l’altro, uno storico accordo tra federazione e la7, ci permette di vedere in diretta sul canale La7d la prossima tappa, come le scorse, mentre la finale di Pesaro andrà in onda su La7.
TENNIS
FINALMENTE BERRETTINI!
In casa di Nole Djokovic va in scena il masters 250 atp di Belgrado. Pochi i big in gara, complice il torneo di Barcellona che si è svolto in contemporanea. L’azzurro è la seconda testa di serie del torneo, proprio dopo il numero uno della classifica mondiale.
Dopo la brutta parentesi nel Principato di Monaco sono tornati a galla i fantasmi legati all continuità di Berrettini, autore di prestazioni fantastiche alternate a cali atletici e di concentrazione. La condizione fisica sta tornando ad essere la migliore ed è un’ottima notizia per il tennis italiano. Nonostante il buon piazzamento in classifica, il tabellone non ha sorriso al nostro azzurro, tanto è che dopo l’esordio con Cecchinato, Berrettini ha affrontato immediatamente il secondo padrone di casa: Filip Krajinović. Il tennis dell’azzurro è molto pulito, gli errori commessi sono decisamente pochi, mix fondamentale per strappare il pass per la finale, dove ad attenderlo, anziché l’attesissimo Novak Djokovic, c’è Aslan Karatsev, che ha eliminato il numero uno del circuito in 3 set dopo 3.25h di partita. Berrettini parte sfavorito e nonostante il 97% di prime palle in campo giocate dal suo avversario, riesce a chiudere la partita in 3 set (6-1 3-6 7-6) conquistando il suo secondo titolo in un torneo ATP, in una finale ricca di emozioni e ribaltamenti continui. Adesso le aspettative sul tennista romano, subito dal master 1000 di Madrid, sono sicuramente molto alte.
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